Alessia Filippi: «So che la politica proprio non è il mio mestiere Con lo sport aiuterò i ragazzi che ora perdono tempo in strada»
La telefonata è arrivata solo un pugno di giorni fa, ma l’ex campionessa di nuoto Alessia Filippi, 29 anni, ci ha riflettuto e ora guida la lista civica per Giachetti. Nel 20013 si era candidata come consigliere nell’ VIII municipio
Quando ha deciso di candidarsi nella «civica»?
«Poco più di una settimana fa. Roberto mi ha telefonato e mi ha parlato di questa possibilità, che io ho accolto con entusiasmo».
Le piace la politica?
«Non voglio parlare di politica, non è il mio mestiere. Credo che Giachetti sia la persona giusta e io amo Roma, se posso dare il mio contributo ne sono felice».
Non sarà facile, lo sa? I sondaggi danno in vantaggio i Cinque Stelle.
«Io credo che i romani siano saggi. Sapranno scegliere».
Lei è la capolista con Lodoli, come si immagina il suo impegno?
«Io sono nata e vissuta a Tor Bella Monaca, dove nuotare, fare sport, è un’ impresa. E da ragazzina ho trascorso ore ed ore nei mezzi pubblici per raggiungere piscine per allenarmi, quindi ecco, partirò dalla mia esperienza».
E cosa pensa di fare?
«Vorrei riuscire ad ampliare le ore di sport all’interno delle scuole, vorrei riuscire a tirare via dalla strada tanti ragazzi che non hanno prospettive, vorrei aiutarli a credere nell’attività sportiva».
Roma, soprattutto in periferia, è molte carente di strutture per lo sport. Cosa pensa di fare?
«Certamente non si possono costruire impianti dall’oggi al domani, ma si possono usare di più e meglio quelli esistenti, soprattutto quelli scolastici».
In che modo?
«Il pomeriggio offrendo attività sportive interessanti per i ragazzi, in modo anche di aiutare le famiglie, soprattutto quei nuclei in difficoltà sia quelli che non possono accompagnare i ragazzi negli impianti, sia quelli che non hanno la possibilità economica».
Roma ha in ballo la candidatura olimpica. Lei pensa che la città sia pronta?
«Assolutamente sì, può farcela. Io ho partecipato nel 2009 ai mondiali di nuoto, anche lì Roma fu sommersa dalle polemiche. Tutti dicevano che non ce l’avremmo fatta ed invece è stata un’esperienza bellissima, per gli atleti e per la città».