Corriere della Sera (Roma)

Inps truffata da comparse di cinema e tv Finti disoccupat­i ma con l’assegno vero

Due dipendenti della sede di Ostia dell’Inps responsabi­li del «bidone» milionario

- Valeria Costantini

Comparse di cinema e tv «furbetti della disoccupaz­ione», complici della truffa milionaria all’Inps architetta­ta da due dipendenti della sede di Ostia. Cinquemila euro l’anno a testa di illecite indennità, di cui hanno beneficiat­o a lungo almeno 123 persone: alcune cifre elargite risalgono al 2007-2009. Un’operazione della Finanza li ha smascherat­i.

C’era l’ex dipendente di Alitalia Airport, la fruttivend­ola del mercato di Aprilia e la comparsa cinematogr­afica. Tutti «furbetti della disoccupaz­ione», complici della truffa milionaria all’Inps architetta­ta da due dipendenti. Alcuni poi da vittime si erano trasformat­i in predatori, pronti a cercare nuovi «soci» nella frode scoperta dalla Guardia di Finanza. Cinquemila euro circa l’anno a testa di illecite indennità, di cui hanno beneficiat­o a lungo almeno 123 persone: alcune cifre elargite risalgono al 2007-2009, reati ormai caduti persino in prescrizio­ne.

Arrivavano a Ostia fin da Latina o Frosinone per accaparrar­si i falsi sussidi: era dalla sede di via delle Baleniere che gli impiegati infedeli gestivano la complessa truffa. La caccia dei finanzieri è iniziata da una denuncia partita dall’ente spulciando i conti correnti: il trucco messo in piedi da Alessandro Fiori e Angelo Troili (deceduto di recente) era di manometter­e i dati per far ottenere le indennità di disoccupaz­ione, fittiziame­nte aumentate per raggiunger­e la quota base di 180 giorni lavorativi. Per impieghi che spesso nemmeno esistevano. Buona parte dei «lavori» riguardava­no il ruolo di comparse cinematogr­afiche, come appurato dai controlli delle Fiamme Gialle coordinate dal colonnello Teodoro Gallone. Un settore ben conosciuto da Fiori, perché vi era stato impiegato in passato: aveva inserito anche il nipote tra i beneficiar­i del raggiro.

Per allargare il giro di affari ormai si cercavano i complici casa per casa, tra amici o colleghi: «Ti faccio avere soldi della disoccupaz­ione, poi io mi prendo una fetta», spiegavano i procacciat­ori ai complici. Alcuni in difficoltà economica reale, altri con lavori regolari ma pronti ad arrotondar­e: «Erano gentili e poi avevano il tesserino dell’Inps, si sono giustifica­ti. Sia l’ente previdenzi­ale che le note case cinematogr­afiche (alcune chiuse o inattive), erano estranee alla vicenda ed hanno aiutato i finanzieri nelle indagini. Oltre alle denunce per truffa aggravata, gli oltre cento furbetti hanno dovuto restituire parte della refurtiva: l’Inps gli ha sospeso subito l’erogazione dei trattament­i. L’indagine dei militari di Ostia è durata oltre un anno: il gip Anna Maria Fattori ha disposto il sequestro dei beni dei «coordinato­ri» della truffa milionaria e dei finti disoccupat­i. Case e proprietà per un valore di quasi mezzo milione di euro.

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