Parcheggi di scambio deserti per i pullman Da sedici anni il Campidoglio paga l’affitto
AMMINISTRAZIONE E OCULATEZZA
Oltre ai parcheggi e agli sconti selvaggi che arrivano fino al 60 per cento sui pass della Ztl, nel conto finale che ogni anno i 100 mila pullman turistici presentano alla città (nel quale figurano smog, buche, traffico ed effetto-ombra sui monumenti) finiscono anche i costi vivi per l’affitto dei parcheggi scelti in occasione del Giubileo del 2000 e ormai quadifferenza si tutti vuoti. Sono cinque in tutto, dei quali tre (Olimpico, Tor di Quinto e Martin Luther King a Bravetta) saggiamente individuati su aree pubbliche, comunali, e quindi gratuite, a degli altri due che appunto il Comune di Roma continua a pagare. Uno spreco assurdo che in alcuni casi — largo Micara, a San Pietro — ha fruttato al Campidoglio una una causa in Tribunale: il proprietario dell’area, interrotta la trattativa per il rinnovo, ora chiede lo sfratto del Comune.
C’è un parcheggio di scambio per i pullman, a largo Cardinale Micara dietro San Pietro, che è al centro di un caso surreale. Accade che il Comune di Roma deve fronteggiare una causa di sfratto intentata dal proprietario. È la Fondazione Piccolomini, che per rinnovare il contratto chiedeva almeno 120 mila euro l’anno contro le attuali 2.796: ma dopo estenuanti e inconcludenti trattative ha deciso di citare il Campidoglio in tribunale.
Oltre ai parcheggi e agli sconti selvaggi che arrivano fino al 60 per cento sui pass della Ztl, nel conto finale che ogni anno i 100 mila pullman turistici presentano alla città (smog, buche, traffico ed effetto-ombra sui monumenti) finiscono così anche i costi vivi per l’affitto dei parcheggi scelti in occasione del Giubileo del 2000 e ormai quasi tutti vuoti. Cinque in tutto, dei quali tre ( Olimpico, Tor di Quinto e Martin Luther King a Bravetta) saggiamente individuati su aree pubbliche, comunali, quindi gratuite, a differenza degli altri due che appunto il Comune di Roma continua a pagare.
Nel caso della stazione Aurelia, piazzale extralarge che però i torpedoni snobbano principalmente a causa della distanza dal centro, i soldi vanno alle Ferrovie. Molto più complicata, invece, la situazione di largo Cardinale Micara, punto di scambio più vicino alla stazione San Pietro e proprio per questo reputato strategico. Tanto che la giunta di Ignazio Marino arrivò a modificare il perimetro della zona a traffico limitato del piano pullman per includervi proprio quel parcheggio.
In realtà, come ben riassume la Fondazione Nicolò Piccolomini per l’Accademia d’arte drammatica - che si definisce una Ipab a favore degli artisti teatrali anziani e indigenti - l’area è da tempo al centro di un contenzioso: «La Fondazione ha atteso inutilmente per trent’anni l’esproprio del terreno - riassume l’ente in una delle ultime pubblicazioni online -. L’esproprio non è mai stato definito e, in questi trent’anni, il Comune di Roma si è limitato a versare un’irrisoria cifra di locazione di 233 euro mensili, più o meno la tariffa giornaliera di un singolo autobus posteggiato: scaduto il contratto, il Comune sta di fatto occupando abusivamente l’area». Da un lato c’è il Comune che reputa «strategico» il parcheggio e vuole mantenere invariato un canone così basso solo perché concepito inizialmente come indennizzo in attesa dell’esproprio (233 euro al mese, dal 2000 a oggi 44 mila 736 euro). Dall’altro i residenti che hanno più volte manifestato contro «l’abuso turistico e i motori accesi a ogni ora del giorno». E il popolo della Fondazione che stigmatizza il fatto che il Comune corrisponda «un canone irrisorio a un ente di beneficenza che, in assenza di contributi pubblici, assolve al proprio scopo in favore degli artisti teatrali anziani e indigenti».
Un caso assurdo, ma che rende bene l’idea del modo in cui l’affare dei parcheggi di scambio è stato gestito per tre lustri. I pullman sciamano liberamente nel centro mentre il Comune affitta le aree di sosta dai privati. Che spesso restano vuote.
Aveva detto «Necessario lasciarli fuori dall’anello ferroviario, i turisti devono muoversi con i mezzi o le navette» Virginia Raggi, 12/5/2016 Il caso La fondazione per attori indigenti