IL CAOS GESTITO PART TIME
Per come sono messe le cose a Roma, forse nemmeno Mandrake riuscirebbe a garantire una gestione ordinata dei trasporti. Figuriamoci uno che fa il doppio lavoro. Perché succede proprio questo, nella capitale d’Italia. E siamo sicuri che in nessuna altra città del mondo a chi è stato affidato il compito di sovrintendere alla mobilità di una metropoli sia consentito di ricoprire contemporaneamente un altro incarico pubblico. Soprattutto se è impegnativo come quello di capo della segreteria tecnica di un ministro della Repubblica. Allo scopo di meglio gestire il caos dei trasporti e del traffico, il Comune di Roma ha istituito un’Agenzia per la mobilità, che da qualche tempo, seguendo la solita deprecabile e inveterata abitudine, è diventata società per azioni. Da due anni è affidata a un laureato in fisica: Carlo Maria Medaglia, classe 1974, nominato dall’ex sindaco Ignazio Marino presidente e amministratore delegato. Un compito da far tremare i polsi, a giudicare dallo statuto. Dove c’è scritto che la società pianifica, supervisiona, coordina e controlla i «processi inerenti la mobilità privata e pubblica» e supporta il Comune per «i contratti di servizio, la pianificazione e progettazione di reti e servizi» assicurando «la gestione dei sistemi di monitoraggio attraverso il presidio della centrale della mobilità e interventi sulle infrastrutture» quali «autostazioni, impianti e parcheggi curandone l’intero processo attuativo». E via di questo passo.
Dovrebbe avere una giornata di 48 ore, il nostro professor Medaglia. Ventiquattro per occuparsi del girone infernale dei trasporti romani, e altre ventiquattro per la sua seconda attività. Perché per incredibile che possa sembrare, il presidente e amministratore delegato dell’Agenzia per la mobilità della capitale è contemporaneamente anche capo della segreteria tecnica del ministro dell’Ambiente del governo Renzi Gian Luca Galletti, Udc.
Ma dato che un giorno di ore na ha soltanto ventiquattro, i risultati eccoli. Il traffico è infernale, il disastro dei trasporti è totale e i bestioni turistici sciamano tranquillamente nel centro senza controlli grazie anche alla curiosa circostanza che i varchi elettronici costati quasi tre milioni, come ha ben raccontato su queste pagine Manuela Pelati, sono inutilizzati.
Ma se le cose stanno così non è arrivato il momento di chiedersi, ma soprattutto chiedere alla sindaca Virginia Raggi e alla sua assessora ai Trasporti Linda Meleo, a che cosa serve Roma Mobilita? Che cosa fanno i suoi 333 (trecentotrentatrè) dipendenti che costano ai contribuenti 16 milioni e 480 mila euro l’anno? E perché ci sono anche 10 (dieci) giornalisti a libro paga di quella società, stipendiati con 937 mila euro, dunque alla media di 93.700 euro cadauno? Con quale criterio sono stati assunti gli 8 dirigenti, i 47 quadri e quei 10 giornalisti?
E’ forse eccessivo, visto il disastro in cui la città è precipitata, chiedere conto ai suoi vertici del perché Roma si trova in questa situazione? Ed è troppo, cara sindaca, obbligare il professor Carlo Maria Medaglia, retribuito dal Comune con 104.690 euro l’anno, a fare una scelta: o si occupa della città o del ministero dell’Ambiente.
Vero è che nell’andazzo romano recitare due parti in commedia non è nemmeno una novità. Quando era sindaco Gianni Alemanno questa città ha avuto anche un Soprintendente capitolino ai Beni culturali a mezzo servizio: per metà lavorava al Comune, per l’altra metà alla Rai. I due incarichi magari non erano formalmente incompatibili, come di sicuro non lo sono quelli di Medaglia. Nella sostanza, invece, era uno scandalo quello ed è uno scandalo ancor più grosso questo. Al quale un’amministrazione seria che davvero voglia risolvere i problemi di Roma avrebbe dovuto già porre fine da un pezzo.