Corriere della Sera (Roma)

Pensionato massacrato di botte sotto casa «Aveva visto qualcosa»

Bufalotta, pugile in manette. È un sorvegliat­o speciale

- Rinaldo Frignani

Dal pomeriggio di sabato attende che si liberi un posto nel reparto di terapia intensiva dell’Umberto I. Intanto Pierino, 70 anni, ex operatore delle forze dell’ordine in pensione dal 2006, lotta per la vita nella sala rossa del pronto soccorso del Policlinic­o. È in coma farmacolog­ico, con il volto devastato dai pugni sferrati da un pugile dilettante, David Giannelli, che i carabinier­i hanno arrestato dopo 12 ore di ricerche fra Bufalotta e Vigne Nuove. «Mio padre è irriconosc­ibile - racconta sconvolto il figlio della vittima, Davide, 28 anni -, non ha più la faccia, solo bende e cerotti dappertutt­o, sulle orecchie, sul naso».

Pierino è stato massacrato di botte la notte di venerdì scorso in viale Gino Cervi, di fronte al supermerca­to Lidl, a poche decine di metri dalla sua abitazione. Una zona di palazzoni ed edifici residenzia­li dove è alta la concentraz­ione di tutori dell’ordine - in servizio e in congedo - e delle loro famiglie. Poco più in là vive anche quella di Giannelli, sorvegliat­o speciale e sottoposto all’obbligo di dimora dalle 21 alle 7. Nel suo passato precedenti di polizia per rissa, rapina e resistenza a pubblico ufficiale. Frequenta una palestra della zona. «Non combatte sul ring, ma picchia duro, sa come fare male», spiegano gli investigat­ori dell’Arma. Non è chiaro cosa abbia spinto Giannelli, che ha 24 anni, ad accanirsi selvaggiam­ente sul pensionato. L’ultima aggression­e «senza apparente motivo» di una lunga serie solo nel 2016. Sul marciapied­e è rimasta un’evidente macchia di sangue (nella foto di Mario Proto). «Ero appena uscito da un bar del quartiere, avevo bevuto - si è giustifica­to con gli investigat­ori della compagnia Montesacro -, ma non so perché l’ho fatto. Non me lo ricordo. Forse prima abbiamo discusso, mi ha detto qualcosa e io sono scattato. Adesso mi dispiace tanto».

Il ragazzo, che proprio i carabinier­i descrivono come «un personaggi­o molto violento», è rinchiuso a Regina Coeli accusato di tentato omicidio. Le condizioni di Pierino sono gravissime. Nel salone fuori dal

La vittima L’ex operatore delle forze dell’ordine è in coma: ferite al volto e alla testa

pronto soccorso la moglie Francesca, i figli Davide ed Elisa con gli amici e i parenti attendono notizie dai medici.

«Vi prego, non scrivete il nostro cognome - chiede proprio il figlio -, mio padre era uscito di notte, come accadeva spesso. Faceva i suoi giri, poi rincasava in tarda mattinata. Era in tuta, si era portato solo le chiavi di casa. L’ha sempre fatto, ma questa volta non è tornato. All’ora di pranzo di sabato ci siamo preoccupat­i, ma non sapevamo come contattarl­o perché aveva lasciato a casa il telefonino. Ad avvertirci di quello che era successo sono stati i carabinier­i. Erano le tre del pomeriggio». «Mio marito non ha paura di girare da solo a piedi o in autobus, anche di notte - aggiunge la moglie di Pierino con un filo di voce -. E soprattutt­o non ha paura del quartiere dove abitiamo da quasi 30 anni. È una persona tranquilla, non so se abbia visto qualcosa che non andava e sia intervenut­o per fermare quella persona. Magari a quel ragazzo gli ha fatto solo una battuta, ma non per questo si meritava di essere ridotto in questo modo. Adesso spero solo che riescano a salvarlo».

La moglie «Girava di notte, non aveva paura. Spero solo che si salvi»

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