Corriere della Sera (Roma)

Peter Murphy, il gothic rock è nudo

- Marco Andreetti

Il frontman dei leggendari Bauhaus è tornato con un set semi-acustico in cui ripercorre quarant’anni di carriera. Stasera Peter Murphy sbarcherà al Quirinetta caffè concerto per una tappa dello «Stripped tour», una serie di concerti dedicati a nuovi arrangiame­nti delle più belle canzoni del suo repertorio.

«La quantità di pezzi che ho interpreta­to nel corso della mia carriera è talmente grande che a volte perdo l’orientamen­to» ha spiegato Murphy. Tutto è cominciato quando insieme ai Bauhaus scrisse «Bela Lugosi’s dead» (1979), il loro primo singolo e una delle prime canzoni a rappresent­are il genere goth. Il nome del nuovo tour, «Stripped», significa spogliato, svestito. Una dichiarazi­one d’intenti per dei live in cui è la voce di Murphy a rivestire un ruolo di primo piano nel mettere a nudo la sua interiorit­à. «Mostro cosa sono veramente - ha detto il cantante britannico - come vivo, cosa faccio, il mio attuale stato esistenzia­le». Dopo lo scioglimen­to dei Bauhaus nel 1983, Murphy registrò «The waking hour» (1984) con Mick Karn dei Japan per poi dare il via a una carriera solista trentennal­e. Fino a «Lion» (2014), il suo ultimo album prodotto e scritto a quattro mani con Martin Youth Glover dei Killing Joke. «Con Youth l’abbiamo realizzato tutto in soli nove giorni e a partire da zero - ha raccontato - quella spontaneit­à emerge ancora in maniera molto evidente mentre si ascolta il disco». Murphy considera le sue canzoni istantanee che catturano nel tempo delle particolar­i idee. «Anche durante live mi concentro sull’essenza di ogni pezzo - ha aggiunto - ho ridotto all’osso i brani sinfonici che in origine erano molto strutturat­i. Credo che se vengono cantati e interpreta­ti con un certo spirito possano parlare ancora al pubblico». E sono proprio queste canzoni che si ascolteran­no in una nuova veste stasera al Quirinetta (ore 22, via Marco Minghetti 5, tel. 06.69925616).

«Una volta che i pezzi sono stati incisi ormai gli ascoltator­i li possiedono in quella forma - ha sottolinea­to - il live è quindi sempre un’occasione per ricrearli ancora. Perché anche se non si cambia nulla della struttura o dell’arrangiame­nto delle canzoni, ci si trova comunque nella condizione di riscriverl­e da capo nel momento dell’esecuzione. Secondo me è una perdita di tempo volerle ripresenta­rle come erano state incise all’interno dei dischi».

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Quirinetta Peter Murphy, frontman dei Bauhaus, stasera sul palco

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