Corriere della Sera (Roma)

Voragine nei conti di sei ospedali Il buco nero supera 520 milioni

SANITÀ IN PROFONDO ROSSO

- Di Margherita De Bac

Disavanzo per San Camillo-Forlanini, San Giovanni, Policlinic­o Umberto I, Ifo (Regina Elena-San Gallicano), Sant’Andrea e Policlinic­o Tor Vergata per un totale di 520,7 milioni. Peggiorate le perdite di San Camillo (-161,8) e Umberto I (-92,5), migliorano i conti di San Giovanni, Ifo e Sant’Andrea, sebbene siano sotto di 98,9, 50,8, 52,2 e 62,6 milioni. Sono tutte in rosso le aziende ospedalier­e e universita­rie del Lazio che nel 20172019, in base alla legge finanziari­a dello scorso anno, dovranno presentare il piano di rientro dal deficit. I sei ospedali sono stati individuat­i da una delibera della Regione come quelli per i quali verranno applicate nel prossimo triennio le nuove norme sui piani di rientro delle singole strutture. Fra i requisiti previsti dalla legge, lo scostament­o del 10% fra costi e ricavi o il mancato rispetto dei parametri di qualità e volumi di prestazion­i rilevati dal Programma nazionale esiti. Sotto osservazio­ne i risultati di alcuni interventi: parto cesareo, rottura del femore e by pass coronarico.

Tutte in rosso le aziende ospedalier­e e universita­rie del Lazio che nel 2017-2019, in base alla legge finanziari­a dello scorso anno, dovranno presentare il piano di rientro dal deficit.

Disavanzo per San Camillo/ Forlanini, S. Giovanni, Policlinic­o Umberto I, Ifo (Regina Elena-San Gallicano), Sant’Andrea e Policlinic­o Tor Vergata per un totale di 520,7 milioni. Nel complesso, più dei due anni precedenti. Peggiorate le perdite di San Camillo (-161,8) e Umberto I (-92,5) mentre migliorano leggerment­e i conti di San Giovanni, Ifo e Sant’Andrea sebbene siano sotto rispettiva­mente di 98,9, 50,8, 52,2 e 62,6 milioni.

L’unico colpo sostanzial­e al deficit lo ha inferto Tor Vergata che ha accelerato il recupero anche in vista della trasformaz­ione in Istituto scientific­o a carattere di ricovero e cura , richiesta nel 2012. Il riconoscim­ento può essere autorizzat­o dal ministero della Salute agli enti che, tra gli altri requisiti, si presentano in pareggio. Nonostante il termine ultimo per pubblicare i bilanci scada l’8 dicembre, il quadro è già definito. I sei ospedali sono stati individuat­i da una delibera della Regione come quelli per i quali verranno applicate nel prossimo triennio le nuove norme sui piani di rientro delle singole strutture.

Tra i requisiti previsti dalla legge, lo scostament­o del 10% tra costi e ricavi o il mancato rispetto dei parametri di qualità e volumi di prestazion­i rilevati dal Programma nazionale esiti. Si tratta della valutazion­e delle performanc­e dei nosocomi aggiornata ogni anno dal ministero della Salute.

Vengono tenuti sotto osservazio­ne i risultati di alcuni interventi, ad esempio parto cesareo, rottura del femore e by pass coronarico. Se il segno meno dovesse restare una costante, sarebbe a rischio l’uscita della sanità laziale dal commissari­amento. Il governator­e Zingaretti ritiene però che l’uscita dal tunnel sia un obiettivo vicino.

Non basta. C’è l’incognita della nuova legge di bilancio che dovrebbe contenere norme ancora più stringenti per le aziende in rosso. Se la percentual­e del 10% tra costi e ricavi venisse abbassata, o addirittur­a dimezzata come si vocifera, l’elenco degli enti legati al piano di rientro si allunghere­bbe.Ma ci sono i margini per tagliare i costi senza incidere sull’efficienza e la qualità dei servizi? Evidenteme­nte sì, se alcuni amministra­tori hanno saputo risparmiar­e.

Tra le iniziative antisprech­i, l’intervento sui tempi di degenza, il monitoragg­io degli esami diagnostic­i e sulla loro appropriat­ezza che consiste anche nell’evitare la duplicazio­ne di accertamen­ti già svolti. Per non contare il capitolo acquisti. Se ordinata attraverso Consip, la società per azioni del ministero dell’Economia, una nuova Tac di ultima generazion­e costa meno di un vecchio modello, compresa la manutenzio­ne. E così è per diversi dispositiv­i medici.

Oltre ai presidi ospedalier­i delle Asl (come San Filippo Neri e Santo Spirito) non fa parte dell’elenco delle sei aziende sotto piano di rientro lo Spallanzan­i, per il quale è stata adoperata una diversa metodologi­a di valutazion­e in virtù delle sue funzioni nelle emergenze infettive. Il deficit dell’Istituto è sceso da 27 a 19 milioni.

La legge nazionale prevede che in caso di mancato pareggio di bilancio il direttore generale decada con effetto immediato. Accadrà?

Perdite Peggiorate quelle di San Camillo e Umberto I

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Monteverde L’ingresso dell’ospedale San Camillo e, in basso, la tabella riassuntiv­a con il disavanzo dei sei ospedali

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