E Panecaldo (Pd) sarà scortato in aula
Ordine del giudice, testimonierà su Buzzi
Per la seconda volta l’ex capogruppo del Pd in consiglio comunale, Fabrizio Panecaldo, non si presenta a testimoniare nell’aula bunker di Rebibbia al processo su Mafia Capitale e il tribunale dispone per lui l’accompagnamento coattivo.
Per la seconda volta Fabrizio Panecaldo non si presenta al banco dei testimoni di Mafia Capitale e il giudice Ianniello gli manda i carabinieri a casa. L’ex capogruppo del pd in Campidoglio sarà accompagnato coattivamente mercoledì prossimo nell’aula bunker di Rebibbia per raccontare dei suoi rapporti con Salvatore Buzzi. E se la volta scorsa Panecaldo aveva mandato un certificato medico «per indisposizione», stavolta alla corte non è arrivata alcuna comunicazione a fronte di una convocazione con congruo preavviso.
L’ex capogruppo (non indagato) venne chiamato in ballo da Buzzi in uno dei suoi interrogatori dal carcere. «Il pd non lo avevamo mai finanziato così, era famelico. Panecaldo era insistente, mi chiedeva assunzioni». Il ras delle coop anche per lui aveva usato la metafora della «mucca che per essere munta deve mangiare». Panecaldo, che oggi non ha incarichi, annunciò querela: «Dichiarazioni false. Non ho assunto nessuno per lui, ma se anche fosse non è un reato».
Il nome del politico pd compare nella lista testimoni della difesa di Giordano Tredicine, suo omologo nelle file del Pdl, e che ieri ha chiamato in aula anche Erica Battaglia, ex consigliera pd (finanziata legalmente da Buzzi) e non rieletta alle ultime amministrative. Anche i suoi «non ricordo», come quelli della deputata Micaela Campana, hanno sollevato qualche rimprovero, più blando dal tribunale. La deposizione di Battaglia dà comunque materiale al pm Luca Tescaroli per rinforzare le accuse alla supposta associazione mafiosa, quando ammette che le delibere in favore delle coop avevano sempre l’avallo dei vertici del partito.
Mafia Capitale L’ex capogruppo Pd tirato in ballo dal ras delle cooperative: «Chiedeva assunzioni»