Corriere della Sera (Roma)

Lazio col Cagliari Per i gialloross­i insidia Sassuolo

Spalletti: «La Roma deve imparare a portare questo peso sulle spalle»

- di Torrisi e Valdiserri

Un concetto, sopra ogni altra cosa: la continuità. La Roma esce da tre vittorie consecutiv­e (Inter, Napoli e Palermo), che le hanno permesso di avvicinare la Juventus a -2 in classifica, ma stasera deve confermars­i contro il Sassuolo (ore 20.45, Mapei Stadium di Reggio Emilia). Una trasferta non semplice, ma, proprio per questo, importante per capire meglio i reali obiettivi stagionali dei gialloross­i.

Luciano Spalletti, così, guarda al futuro con ottimismo: «È ancora presto ma c’è un equilibrio, per ora, che non può che far bene al campionato. Ci saranno tanti duelli di alta classifica. Essere in molti a giocarsi la partita a viso aperto è bello e rende tutto più vivo. Spero che continui così per tutto il campionato».

La Roma da trasferta, per ora, non ha un rendimento araldico: due sconfitte, un pareggio e una vittoria. La vittoria, però, è cronologic­amente l’ultima delle gare disputate lontano dall’Olimpico e, soprattutt­o, è venuta contro il Napoli. La tradizione contro il Sassuolo, poi, è molto particolar­e: vittorie in trasferta e pareggi in casa.

Dettagli di possibile formazione: «Juan Jesus ha un risentimen­to al polpaccio, ma è in condizioni di giocare, se lo scelgo. Strootman parte dall’inizio. Proviamo a farlo giocare per capire fino a che punto va. Un’ora la può reggere». Traduzione: più Emerson Palmieri che Juan Jesus, con Florenzi terzino destro; più De Rossi che Paredes nel 4-2-3-1; Nainggolan trequartis­ta.

Il momento, dopo tre vittorie in campionato, sembra quello giusto per chiedere a Spalletti del futuro. Non bastano 20 vittorie su 28 partite per rinnovare il contratto? Risposta: «No, non conta questo. La penna del mio contratto ce l’hanno i calciatori, se non fanno bene è perché io li ho allenati male. Noi abbiamo la necessità di vincere. Roma ha bisogno di vincere. È forte, è bella, quando vieni qui abitui l’anima alla bellezza infinita e poi tornare indietro diventa difficile. Ma abituarsi a non vincere mai è difficile: noi abbiamo consumato tempo, noi dobbiamo vincere. E vincere non significa soltanto portare a casa un titolo ma mandare un messaggio in cui sia chiaro il nostro modo di essere profession­ali. Ai tifosi della Roma non gliela racconti: hanno visto Totti per 20 anni, hanno visto Falcao e per questo, magari, a volte diventano critici. Noi abbiamo l’imposizion­e di sopportare il peso sulle spalle, altrimenti non si sta qui».

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 ??  ?? Protagonis­ti Stephan El Shaarawy, a sinistra, e Kevin Strootman
Protagonis­ti Stephan El Shaarawy, a sinistra, e Kevin Strootman
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Luca Mazzitelli (1995)
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Lorenzo Pellegrini (‘96)
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Federico Ricci (1994)
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Matteo Politano (‘93)
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Luca Antei (1992)

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