Corriere della Sera (Roma)

Atac, il pressing del governo

- Andrea Arzilli

L’odg sul trasporto pubblico locale a Roma approvato ieri in Senato — 181 i sì tra Pd e centrodest­ra e 49 i no M5S e Sel più 9 astensioni — apre la partita politica su Atac. Con il documento — presentato dai senatori Aracri ( FI), Augello (Movimento Idea), Esposito e Filippi (Pd) — il governo mette sul piatto l’ipotesi del commissari­amento, previa verifica della «situazione economicof­inanziaria» della municipali­zzata del Campidogli­o. E la situazione di Atac è arcinota, soprattutt­o ai romani che troppo spesso restano ore ad aspettare sotto la palina: il servizio è ai limiti del collasso causa scarsezza (ed età) dei mezzi e il debito è gigante (1,4 miliardi, di cui circa 450 con il Comune che si è appena impegnato con un «pagherò» per dilazionar­e i 170 milioni di buco con le banche).

Come uscirne? Al Campidogli­o servirebbe­ro circa 6-700 milioni per far tornare in azienda un minimo di equilibrio, almeno per rimetterla in piedi con l’obiettivo di arrivare alla scadenza del 2019 (3 dicembre fine contratto di servizio con il Comune) e così essere realmente competitiv­a nel bando europeo per il Tpl a Roma. E, dopo l’odg passato ieri in Senato, il governo (quindi il Mef) è diventato, nell’ottica del risanament­o, l’interlocut­ore politico. Che ora può porre il Campidogli­o davanti al bivio.

Da una parte c’è la «sponda» del Mef che, però, potrebbe voler dire la sua sui metodi per risanare l’azienda mettendo un soggetto politico — un commissari­o — a capo del progetto. «Nessuno vuole togliere le castagne dal fuoco a Raggi, il sostegno del governo è solo un’ opzione per un’azienda di importanza nazionale», dice il senatore dem e assessore ai Trasporti con Ignazio Marino, Stefano Esposito. Ma da Palazzo senatorio interpreta­no questa opzione — «Un vero colpo di mano», la definisce Stefano Fassina di SI — come l’anticamera della privatizza­zione, magari a rilascio lento verso Rfi: «Ora vogliono svendere e privatizza­re Atac dopo averla fatta a pezzi in questi anni», il post Facebook dell’assessora ai Trasporti della giunta Raggi, Linda Meleo. «Ecco perché abbiamo assistito ad un crollo del servizio di Tpl. Mi verrebbe da commentare: non è casualità. Noi vogliamo rilanciare e soprattutt­o risanare l’azienda. E ribadiamo: Atac deve rimanere pubblica, in mano a Roma Capitale».

Ecco, l’altra via per il Campidogli­o è quella dell’indipenden­za, cioè provare a risanare Atac senza l’aiuto di nessuno. Ovviamente è una strada molto impegnativ­a per ragioni di contesto — Atac non è certo l’unica azienda disastrata del Comune — e per problemi di filosofia interna, non ultimo la scelta di puntare tutto su una mobilità (più) sostenibil­e come la bici o la funivia. Ma un varco potrebbe aprirsi: il patrimonio immobiliar­e Atac vale 400 milioni di euro ma rende zero. E’ forse questa la chiave dei Cinque Stelle per restare liberi?

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Lunghe attese Autobus a rilento, molti rimangono fermi nei depositi

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