L’estate romana stile Nicolini torna a Massenzio
Il sovrintendente Prosperetti: Fori e Colosseo, rivoluzione
«Trovo strano che il centro archeologico di Roma sia escluso dalla città». È con questo avvio tranquillo che Francesco Prosperetti, il sovrintendente ai gioielli archeologici della Capitale - Fori e Colosseo - annuncia la Rivoluzione. La piazza dell’anfiteatro Flavio va ridisegnata, le vanno date nuove funzioni. La Basilica di Massenzio va riaperta alla musica come ai tempi dell’Estate Romana di Nicolini. La grande area dei Fori sarà attrezzata con posti di sosta, ristoranti, bar e bookshop (all’ultimo piano del Museo Palatino e alle Uccelliere Farnese) e dotata di servizi e spazi per esposizioni. La sede della sovrintendenza, presso la chiesa di S. Maria Nova, sarà trasformata in museo (della ricerca archeo sui Fori) con un progetto di Mario Bellini, autore dell’ala islamica del Louvre. Alcune zone verranno pedonalizzate, cominciando da via San Gregorio ora occupata dai bus turistici. Il Celio e Colle Oppio formeranno con Colosseo e Fori un unico ambito archeologico tutelato. Ma anche via dei Fori Imperiali, lo stradone mussoliniano (ormai vincolato) dopo tante polemiche fin dai tempi di Antonio Cederna deve essere oggetto di un ripensamento funzionale. Il sovrintendente statale apprezza i risultati ottenuti dall’eliminazione del traffico privato voluta dal sindaco Marino e ne deduce che la via, così poco utilizzata, potrebbe essere ristretta, ridotta in proporzione delle nuove funzioni. Con il dipartimento urbanistico di Roma Tre è in corso la progettazione di un nuovo assetto di piazza del Colosseo alla quale partecipa l’ex assessore Giovanni Caudo. Infine, strutture leggere di servizio saranno ricavate dove anni fa erano le aiuole, poi smantellate per far emergere i resti della città medievale accanto alla via Alessandrina.
Se questa non è una rivoluzione dell’attuale assetto della vasta area archeologica che fa perno sul Colosseo, è certamente una grande novità per la zona che va dal Campidoglio all’Arco di Costantino e il Palatino, dove Prosperetti ha già infranto gli equilibri consentendo la scorsa estate installazioni artistiche tra cui le bandiere multicolori che svettano sui palazzi imperiali: un’opera di Daniel Buren. Il sovrintendente ha annunciato il suo programma di interventi, da attuarsi «entro un anno», l’altra sera in un convegno organizzato dall’Inarch (Istituto nazionale di Architettura). La logica seguita per disegnare il futuro dell’area più preziosa –in termini storici e culturali- di questa città ha due riferimenti: il rifiuto di considerare definitiva nel tempo la sistemazione mussoliniana, anche se attuata da valenti architetti e urbanisti come lo storico Antonio Munoz. Il secondo motivo della «svolta», in parte delineata in altre occasioni, è la volontà di sottrarre
Progetti Celio e Colle Oppio e la zona dell’Anfiteatro Flavio un unico ambito archeologico tutelato
all’esclusiva fruizione dei turisti la parte di Roma dove risiede la sua memoria trimillenaria. Il tesoro archeologico deve essere vissuto nella quotidianità dei romani, che ne devono godere come fanno di altre parti della città. Per questo l’intera area dell’archeologia va attrezzata, secondo l’idea di Prosperetti, come un moderno museo dotato di tutto ciò che occorre per il visitatore. Per decenni si è dibattuto se smantellare o no via dei Fori Imperiali, per anni si è cercata una soluzione per non umiliare il Colosseo ridotto a spartitraffico. Studi, progetti (Carlo Aymonino) idee si sono moltiplicati nel tempo. Di recente l’Accademia Adrianea ha lanciato un concorso internazionale e premiato tre proposte: quella del team romano Purini-Valle prevede tra l’altro lo scavo sotterraneo dello stradone voluto dal duce in modo da rendere permeabile l’attuale separazione del sistema dei Fori; il team Franciosini-Petrachi immagina la realizzazione di una grande lastra pavimentizia a coprire le rovine musealizzate; infine il team ChipperfieldSchwarz tenta di ripristinare l’ambiente ottocentesco in cui i resti archeologici fanno da quinte a brani di campagna romana ricostruita ad arte. Le sovrintendenze statale e comunale hanno già un accordo di massima sugli interventi: entro un anno, quindi, il cuore della città potrebbe battere più forte.