Campione sul ring e re dell’usura: condannato Spada
Sette anni all’ex pugile, otto a suo padre Debito di negoziante sale da 140 a 400 mila euro
La galleria dei pugili vincenti e maledetti si arricchisce con l’ingresso di Domenico Spada, ex campione del mondo Silver Wbc, ieri condannato in primo grado a sette anni di reclusione, con l’accusa di usura. Ad aver messo al tappeto il boxeur, guadagnatosi sul ring il soprannome di «Vulcano», è stata il coraggio di Fabio Del Gaudio, commerciante che nel 2013 denunciò il pugile, poi arrestato nel 2014, dopo aver preteso dalla vittima l’intestazione di un immobile del valore di 400 mila euro, a fronte di un prestito di 140 mila.
Il ruolo cruciale fu giocato dal padre di «Vulcano», Angelo Spada, nei cui confronti il collegio ha pronunciato un verdetto di condanna a 8 anni. In particolare, il papà del pugile, capendo le difficoltà del negoziante, gli aveva imposto di lavorare come garzone nella tabaccheria, di fatto espropriata. Un obbligo deciso dopo che Del Gaudio aveva già consegnato ai due Spada 72 mila euro in contanti. Fatti ben ricostruiti dall’accusa, secondo il tribunale, che ha accolto la versione del pm Silvia Sereni, seppure limando le iniziali richieste a 10 anni per Angelo e a 9 per «Vulcano», tornato in libertà. I giudici hanno concesso al pugile – professionista dal 2002 con record di 39 match vinti e soli 6 persi - di allenarsi, ma dovrà farlo in una palestra lontana da casa.
Nella vicenda erano coinvolte anche Antonietta Casamonica, condannata a 5 anni di reclusione, e Antonietta Spinelli, che dovrà scontare una pena di 3 anni e 4 mesi. «La storia di Del Gaudio è un esempio per le vittime», dice l’avvocato Daniele Fabi, legale del tabaccaio, costituitosi parte civile. Nella rete intessuta dagli Spada rimase impigliato anche un imprenditore, Salvatore Merosi, che aveva ricevuto 40 mila euro, impegnandosi a restituirne 70 mila. Appianare il debito si trasformò in un calvario. Il costruttore, dopo essere stato malmenato da «Vulcano», eseguì lavori di ristrutturazione gratuiti nella casa che aveva ceduto al pugile a 100 mila euro, nonostante valesse il doppio.