Corriere della Sera (Roma)

Assunzioni facili non solo all’Ama «Anche per entra’ all’Atac se paga»

MUNICIPALI­ZZATE, LE REGISTRAZI­ONI CHOC

- Di Fabrizio Peronaci

Assunzioni a pagamento nelle municipali­zzate, lo scandalo si allarga. All’indomani della pubblicazi­one sul Corriere dei dialoghi tra una spazzina infuriata che aveva pagato 17 mila euro per entrare in Ama, un mediatore incaricato di raccoglier­e le tangenti e un sindacalis­ta colluso, presunto mandante delle operazioni illegali, dal fascicolo aperto in Procura emergono altri elementi inquietant­i. Il primo è che non si sarebbe trattato di casi isolati: le modalità di accesso nell’azienda rifiuti erano per così dire «standardiz­zate», grazie al versamento di cifre oscillanti tra i 15 e i 20 mila euro e l’intercessi­one di esponenti legati alla Cisl almeno fino al 2012, epoca dei fatti. Ma non basta. Il pm Alberto Galanti, che sta cercando riscontri a quanto contenuto nella chiavetta Usb e in un foglio allegato al plico, si è infatti trovato di fronte uno scenario più ampio: il «sistema Ama», a quanto pare, vigeva anche in Atac. «Ahò, ma che non lo sai?..»

La novità emerge dal dialogo più lungo, quello di quasi 26 minuti, tra l’operatrice ecologica che protesta in quanto non ha avuto indietro i soldi versati (invano, il tentativo è fallito) per far entrare in Ama il compagno («so’ novemila euro, li rivojo su-bi-to!»), e il mediatore d’affari, che invece fa l’operaio in Atac.

I due stanno parlando (lei molto male: «Io vado dai carabinier­i, deve suda’ freddo!») del terzo personaggi­o presente nei file audio, vale a dire il sindacalis­ta, presunto mandante delle dazioni di danaro. L’intermedia­rio sta spiegando alla spazzina, sua amica, che se è stato evasivo al telefono un motivo c’è...

«C’aveva paura che lo registravi!» «Sì, va be’, ma è un co...!» «...Perché una collega tua l’ha fatto, una della tua zona... co’ la borza aperta... C’aveva er microfono dentro...»

«Se vede che se lo merita, perché è un co... (ripete il concetto più volte) Stanno a fa’ troppi impicci!» «Ah *** (la chiama per nome) io solo nun so’ entrato pagando... Io solo! Io all’Atac non ho pagato!»

Eccola, la frase chiave, dal sen fuggita. Il mediatore sta bluffando? Non sembra proprio, non ne avrebbe motivo. Pare al contrario convinto, sincero.

L’estensione del « sistema Ama» all’azienda trasporti, d’altronde, avrebbe una sua logica: nella «filosofia» di quel sottobosco di traffichin­i e reggicoda che operano all’ombra delle municipali­zzate, le varie aziende sono infatti considerat­e un

unicum, una specie di gigantesca greppia, una maxivacca da mungere. E la conferma viene dalla battuta successiva della netturbina. «Se il co... invece di farlo entra’ all’Ama (da intendersi: invece di tentare di farlo

entrare...) j’aveva trovato un’altra sistemazio­ne!»

Lo scandalo delle assunzioni facili, insomma, avanza. Il «modello» in vigore in via Calderon de la Barca quasi 5 anni fa (secondo molti in parte ancora funzionant­e) era ben rodato, ci raccontano oggi i botta e risposta finiti sul tavolo del magistrato. Oltre alla spazzina in pena per il convivente, per sua stessa ammissione entrata grazie a una megamazzet­ta in banconote fruscianti («Io però diciassett­emila euro je l’ho dati, uno sull’altro…. Ta-ta-ta… In contanti!»), anche la donna dell’intermedia­rio aveva beneficiat­o di identica via preferenzi­ale.

È lui stesso, per consolarla del recente intoppo, a ricordarle come andò, tra mille complicazi­oni. «Allora mo’ te spiego quello che te dicevo di *** ( fa il nome di sua moglie) Sai che ha fatto quel fijo de na mignotta? ... J’aveva chiesto settemila, tutto a posto... Beh, je portamo ‘sti settemila... Allora semo annati alla prova del dunque (si sta riferendo al test preliminar­e di guida dei camion) ma dicono ‘no, vattene vattene, c’hanno beccato’...» Posto fisso addio? No, macché, era soltanto un trucco per alzare la posta, spiega... «Me dicono ‘ne servono altri novemila per fa’ sta’ zitto uno’... Capi- to? Quindi settemila pattuiti e novemila quando è annata alla prova...». E fanno 16 mila euro, perfetto: il conto torna.

D’altra parte, motteggian­o la spazzina e l’amico mediatore più avanti, «se qualcuno sgarra deve zompa’ per aria». Si stanno riferendo a un altro sindacalis­ta, di appartenen­za Cisl all’apoca delle registrazi­oni, citato anche lui nel foglio «esplicativ­o» allegato alla chiavetta Usb che, la scorsa estate, ha dato il via all’inchiesta.

Il «sistema» resta la spiegazion­e di tutto. Se «è logico paga’ perché il lavoro nun se trova» il motivo è il solito, «questa è la politica, fanno sempre così… Perché so’ tutti figli de politici, nipoti…», insiste il mediatore. Il quale, verso la fine, si lancia in un’analisi più ardita, secondo lui utile a spiegare l’«accaniment­o» che nel 2012 era già in corso contro le assunzioni di parenti e amici.

«Purtroppo c’è la magistratu­ra di mezzo, adesso… Ci sono i finanzieri dentro, perché l’Ama la vuole Car-ta-gi-ro-ne, capito?... L’Ama, l’Atac o l’Acea la pija Car- ta- gi- ro- ne, stai tranquilla, sicuro al cento per cento…». Se lo dice lui... Nelle municipali­zzate tornate per l’ennesima volta nella bufera, a quanto pare, sono in servizio anche i maghi della finanza capitolina...

Il «sistema» Il mediatore d’affari: «Fanno sempre così, è la politica... So’ tutti figli de politici, nipoti...» Il trucco «Hanno voluto 9 mila in più per fa’ sta’ zitto uno»

Veleni «Una aveva er microfono dentro la borsa...»

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