Assunzioni facili non solo all’Ama «Anche per entra’ all’Atac se paga»
MUNICIPALIZZATE, LE REGISTRAZIONI CHOC
Assunzioni a pagamento nelle municipalizzate, lo scandalo si allarga. All’indomani della pubblicazione sul Corriere dei dialoghi tra una spazzina infuriata che aveva pagato 17 mila euro per entrare in Ama, un mediatore incaricato di raccogliere le tangenti e un sindacalista colluso, presunto mandante delle operazioni illegali, dal fascicolo aperto in Procura emergono altri elementi inquietanti. Il primo è che non si sarebbe trattato di casi isolati: le modalità di accesso nell’azienda rifiuti erano per così dire «standardizzate», grazie al versamento di cifre oscillanti tra i 15 e i 20 mila euro e l’intercessione di esponenti legati alla Cisl almeno fino al 2012, epoca dei fatti. Ma non basta. Il pm Alberto Galanti, che sta cercando riscontri a quanto contenuto nella chiavetta Usb e in un foglio allegato al plico, si è infatti trovato di fronte uno scenario più ampio: il «sistema Ama», a quanto pare, vigeva anche in Atac. «Ahò, ma che non lo sai?..»
La novità emerge dal dialogo più lungo, quello di quasi 26 minuti, tra l’operatrice ecologica che protesta in quanto non ha avuto indietro i soldi versati (invano, il tentativo è fallito) per far entrare in Ama il compagno («so’ novemila euro, li rivojo su-bi-to!»), e il mediatore d’affari, che invece fa l’operaio in Atac.
I due stanno parlando (lei molto male: «Io vado dai carabinieri, deve suda’ freddo!») del terzo personaggio presente nei file audio, vale a dire il sindacalista, presunto mandante delle dazioni di danaro. L’intermediario sta spiegando alla spazzina, sua amica, che se è stato evasivo al telefono un motivo c’è...
«C’aveva paura che lo registravi!» «Sì, va be’, ma è un co...!» «...Perché una collega tua l’ha fatto, una della tua zona... co’ la borza aperta... C’aveva er microfono dentro...»
«Se vede che se lo merita, perché è un co... (ripete il concetto più volte) Stanno a fa’ troppi impicci!» «Ah *** (la chiama per nome) io solo nun so’ entrato pagando... Io solo! Io all’Atac non ho pagato!»
Eccola, la frase chiave, dal sen fuggita. Il mediatore sta bluffando? Non sembra proprio, non ne avrebbe motivo. Pare al contrario convinto, sincero.
L’estensione del « sistema Ama» all’azienda trasporti, d’altronde, avrebbe una sua logica: nella «filosofia» di quel sottobosco di traffichini e reggicoda che operano all’ombra delle municipalizzate, le varie aziende sono infatti considerate un
unicum, una specie di gigantesca greppia, una maxivacca da mungere. E la conferma viene dalla battuta successiva della netturbina. «Se il co... invece di farlo entra’ all’Ama (da intendersi: invece di tentare di farlo
entrare...) j’aveva trovato un’altra sistemazione!»
Lo scandalo delle assunzioni facili, insomma, avanza. Il «modello» in vigore in via Calderon de la Barca quasi 5 anni fa (secondo molti in parte ancora funzionante) era ben rodato, ci raccontano oggi i botta e risposta finiti sul tavolo del magistrato. Oltre alla spazzina in pena per il convivente, per sua stessa ammissione entrata grazie a una megamazzetta in banconote fruscianti («Io però diciassettemila euro je l’ho dati, uno sull’altro…. Ta-ta-ta… In contanti!»), anche la donna dell’intermediario aveva beneficiato di identica via preferenziale.
È lui stesso, per consolarla del recente intoppo, a ricordarle come andò, tra mille complicazioni. «Allora mo’ te spiego quello che te dicevo di *** ( fa il nome di sua moglie) Sai che ha fatto quel fijo de na mignotta? ... J’aveva chiesto settemila, tutto a posto... Beh, je portamo ‘sti settemila... Allora semo annati alla prova del dunque (si sta riferendo al test preliminare di guida dei camion) ma dicono ‘no, vattene vattene, c’hanno beccato’...» Posto fisso addio? No, macché, era soltanto un trucco per alzare la posta, spiega... «Me dicono ‘ne servono altri novemila per fa’ sta’ zitto uno’... Capi- to? Quindi settemila pattuiti e novemila quando è annata alla prova...». E fanno 16 mila euro, perfetto: il conto torna.
D’altra parte, motteggiano la spazzina e l’amico mediatore più avanti, «se qualcuno sgarra deve zompa’ per aria». Si stanno riferendo a un altro sindacalista, di appartenenza Cisl all’apoca delle registrazioni, citato anche lui nel foglio «esplicativo» allegato alla chiavetta Usb che, la scorsa estate, ha dato il via all’inchiesta.
Il «sistema» resta la spiegazione di tutto. Se «è logico paga’ perché il lavoro nun se trova» il motivo è il solito, «questa è la politica, fanno sempre così… Perché so’ tutti figli de politici, nipoti…», insiste il mediatore. Il quale, verso la fine, si lancia in un’analisi più ardita, secondo lui utile a spiegare l’«accanimento» che nel 2012 era già in corso contro le assunzioni di parenti e amici.
«Purtroppo c’è la magistratura di mezzo, adesso… Ci sono i finanzieri dentro, perché l’Ama la vuole Car-ta-gi-ro-ne, capito?... L’Ama, l’Atac o l’Acea la pija Car- ta- gi- ro- ne, stai tranquilla, sicuro al cento per cento…». Se lo dice lui... Nelle municipalizzate tornate per l’ennesima volta nella bufera, a quanto pare, sono in servizio anche i maghi della finanza capitolina...
Il «sistema» Il mediatore d’affari: «Fanno sempre così, è la politica... So’ tutti figli de politici, nipoti...» Il trucco «Hanno voluto 9 mila in più per fa’ sta’ zitto uno»
Veleni «Una aveva er microfono dentro la borsa...»