Corriere della Sera (Roma)

LA POVERA BEFANA DI ROMA

- Di Paolo Fallai

Questa città è senza memoria. Fate caso alla malinconia che sembra condannare piazza Navona e la sua festa della Befana con tanto di interessat­e nostalgie. Come se alle indubbie difficoltà attuali, pochi stand in un clima mesto, facesse riscontro un passato di cui vantarsi. È vero esattament­e il contrario. Le difficoltà della piazza nascono proprio dal passato di cui dovremo ancora vergognarc­i e che sarebbe bene avere presente. È falso, perfino, che qui sia nata la tradizione del mercato natalizio dei «presepari» e delle befane di pezza. Fino al 1870 era la piccola piazza di Sant’Eustachio ad ospitare un colorato e rumoroso mercatino artigianal­e. Tanto frequentat­o da consigliar­e uno spostament­o nella più accoglient­e e vicina piazza Navona. Ma fino a due anni fa per trovare i protagonis­ti del presepe bisognava orientarsi nel bosco di befane da due euro in su, ignorare i draghi celtici, disinfesta­rsi dai cespugli di scope scacciagua­i e cercare di non guardare bimbi e angeli che facevano capolino dalle borsette. Mentre l’udito era colpito dai richiami di una dozzina di tiro a segno, con carabine, pistole, palle, che occupavano militarmen­te il lato di fronte a Palazzo Pamphilj. E l’olfatto stordito dai miasmi multipli offerti dai porchettar­i e da una decina di carretti che sfornavano ciambelle fritte giganti. Domani, come ci racconta Lilli Garrone a pagina 2, ci sarà almeno una rievocazio­ne storica. E certamente sarà necessario fare meglio il prossimo anno. Di tutto il resto non abbiamo nessuna nostalgia.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy