La Cgil: «Noi in Procura Chi sa parli»
Cgil all’attacco, Cisl più cauta, a causa delle divisioni interne. Così le principali sigle confederali hanno reagito alla pubblicazione dei dialoghichoc che hanno portato all’inchiesta sulla compravendita di posti di lavoro in Ama. «La magistratura vada fino in fondo. Su fatti così gravi bisogna fare assoluta chiarezza. Chi sa, parli». Natale Di Cola, capo della Cgil Funzione pubblica di Roma e Lazio, è stato l’unico, tra i destinatari della chiavetta Usb, a presentare denuncia in Procura. «La scorsa estate, appena il plico contenente il materiale citato dal Corriere è giunto nella nostra sede, lo abbiamo portato ai magistrati», ha precisato il sindacalista, che si è detto preoccupato per la persistenza di favoritismi e logiche clientelari. «Nonostante i due cambi di amministrazione seguiti al medioevo etico di Panzironi e Alemanno, l’azienda non è stata bonificata fino in fondo né messa nelle condizioni di operare in modo efficiente e con trasparenza. Per questo - ha concluso Di Cola - oggi chiediamo a chiunque abbia informazioni utili di uscire allo scoperto, garantendo il nostro sostegno».
Il segretario della Cisl di Roma, Paolo Terrinoni, ha invece precisato che «nessuna chiavetta Usb con file audio è mai arrivata all’attenzione della mia persona né alla struttura». Un intervento che suona come una presa di distanza sia dai dirigenti Cisl ancora attivi in azienda, già sconfessati dal leader Bonanni 4 anni fa, ai tempi della mega Parentopoli, sia dall’attuale livello superiore: il plico risultava infatti inviato in via Po (sede della Cisl nazionale) al segretario confederale Luciano Giovanni, che sul tema «assunzioni facili» ieri non è intervenuto.