Il capo della polizia: lotta fra clan nelle periferie
E Gabrielli attacca: da prefetto della Capitale avevo compilato una lista con sgomberi urgenti, nessuno li ha fatti
A Roma l’anno scorso i reati «sono calati del 15 per cento», ma i romani non sembrano accorgersene. Una tendenza che si ripete da qualche anno e che preoccupa. Ma la Capitale «con i suoi 3 milioni di residenti rappresenta un caleidoscopio per la multiformità di situazioni. Nonostante il momento complesso sul fronte della sicurezza il numero di reati è sensibilmente diminuito e l’andamento della sicurezza rilevata conosce un segno marcatamente positivo», sebbene questi risultati «non cancellano il differenziale fra sicurezza rilevata e quella percepita». Ad ammetterlo è il capo della polizia Franco Gabrielli durante l’audizione in Commissione parlamentare sulla sicurezza e sulle condizioni di degrado nelle città e nelle loro periferie. A Roma sono quattro quelle critiche: San Basilio, Tor Sapienza, Tor Bella Monaca e Ponte di Nona, dove ci sono «le piazze dello spaccio ma anche le centrali da cui viene smistata la droga verso le zone della movida. Solo a Tor Bella Monaca - osserva Gabrielli - risiedono 40 mila persone con una forte presenza extracomunitari. Nella zona il basso livello dei servizi si associa a un’alta presenza di pregiudicati, circa 300, insieme con quella della piccola delinquenza minorile».
Fra quelle strade ormai diventate tristemente famose per fatti di cronaca nera «l’attività delle forze dell’ordine si è concentrata sulla disarticolazione dei gruppi dediti allo spaccio di stupefacenti ed è stato dato un forte impulso alle indagini per smantellare i sodalizi in lotta per controlli piazze spaccio». Senza contare che a Tor Bella Monaca, come in altre zone, «le invasioni di edifici sono una presenza ricorrente: nel 2015 le occupazioni erano 111, a oggi sono 101». Proprio per far fronte alla richiesta di maggiore sicurezza in molti quartieri, da prefetto della Capitale, Gabrielli inaugurò i mini Comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica nei municipi, ripresi dal Comune e dalla Prefettura che proprio lunedì hanno annunciato la creazione di sette presidi che si riuniranno periodicamente per fare il punto della situazione con i vertici locali delle forze dell’ordine. Perché Roma non è solo Mafia Capitale. Che il capo della polizia evita di chiamare così: «È un oltraggio alla città - spiega -, preferisco “mondo di mezzo”».
E sempre sul fronte di chi occupa edifici abusivamente Gabrielli sottolinea come «tutte le persone vengono sistematicamente controllate. Non avremmo nessun problema a sgomberare. A Roma però parliamo di circa 6mila persone: se le mettiamo in strada qualche problema si pone. C’è una delibera regionale del gennaio 2014 che stanziava 150 milioni di euro. Parte delle risorse erano destinate a dare risposte agli occupanti, per arrivare a una progressiva anemizzazione delle occupazioni. Da prefetto avevo presentato una short list di 14 occupazioni che costituivano un maggior allarme sociale - ricorda ancora il capo della polizia - preoccupazione che in alcuni casi riguardava anche gli stessi occupanti perché gli edifici erano assolutamente fatiscenti. Questa situazione, come l’ho lasciata, così si trova».
Allarme «I reati calano, ma i romani non se ne accorgono