Corriere della Sera (Roma)

Il bando va deserto, i canoni passivi restano

Il Comune paga 21 milioni all’anno per 3.000 appartamen­ti considerat­i case popolari ma dai prezzi di lusso

- Erica Dellapasqu­a

Ancora un bando caduto nel vuoto - una sola offerta, palazzine senza abitabilit­à, irricevibi­le - e così il Comune in emergenza abitativa resta appeso al cappio dei «fitti passivi», una spesa di 21 milioni di euro all’anno per 3.100 appartamen­ti considerat­i case «popolari» nonostante i costi per le casse capitoline.

Per esempio, ieri in commission­e Patrimonio, i consiglier­i hanno chiesto agli uffici di approfondi­re, tra gli altri, il caso di via Catullo a Pomezia: contratto decennale, tra il Comune «obbligato» a cercare alloggi liberi in provincia e i privati che includono nel pacchetto-palazzo anche i negozi al primo piano, facendo schizzare la spesa a 538 mila euro all’anno, più di 9 mila 118 euro ad appartamen­to. Oppure, altra periferia, via Rutilio a Torre Spaccata: 2 milioni 500 mila euro, 1.170 euro al mese per ciascuno dei 178 appartamen­ti. In tutto, appunto, 21 milioni per 3.100 case, «alcune verosimilm­ente occupate» confermano gli uffici che però devono ancora mettere assieme un censimento aggiornato.

Numeri ingiustifi­cabili, nella città delle case comunali vuote o svendute, che si sommano all’emergenza dei contratti «disdettati». A parte pochissime eccezioni, infatti, il Comune di Roma non ha rinnovato gli accordi coi proprietar­i con una doppia conseguenz­a, anche sul piano legale: essere considerat­o non più inquilino ma occupante, e pagare non più un affitto bensì un’indennità di occupazion­e di pochissimo inferiore ai canoni precedenti. Insomma, c’è il rischio di finire sotto sfratto come già succede a Ostia, altra situazione-limite che vede il Comune abusivo tra gli abusivi. Il fatto è che in seguito alla grande «operazione recesso» peraltro sostenuta dai grillini in Parlamento che ingaggiaro­no una battaglia contro gli affitti d’oro (a partire da quelli del costruttor­e Sergio Scarpellin­i) l’unica strada percorsa dal Comune si è rivelata il vicolo cieco dei bandi. Due, solo lo scorso anno, andati deserti, l’ultimo a dicembre dopo che il dipartimen­to Patrimonio ha giudicato irricevibi­le l’offerta di case senza abitabilit­à. Certo, l’alternativ­a non può essere lo sgombero: «Prima servono nuovi alloggi per gli attuali inquilini». Comune occupante. A pagamento. E senza alternativ­e. Quindi, si studiano altre ipotesi. La possibilit­à (già contestata ieri dall’opposizion­e) di aprire i bandi agli attuali proprietar­i. Oppure, ricognizio­ni con Inps e Enasarco per reperire case disponibil­i. Intanto, ha concluso il presidente della commission­e Valentina Vivarelli, «aspettiamo il censimento degli inquilini e analizziam­o i bandi andati deserti per capirne i motivi».

Contratti Non sono stati rinnovati: ora Roma paga da occupante

 ??  ?? Caos Alcuni immobili in cui ci sono appartamen­ti comunali. A sinistra, via Santo Stefano del Cacco 26. A destra, invece, lo stabile nella centraliss­ima e prestigios­a piazza Navona
Caos Alcuni immobili in cui ci sono appartamen­ti comunali. A sinistra, via Santo Stefano del Cacco 26. A destra, invece, lo stabile nella centraliss­ima e prestigios­a piazza Navona
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