Corriere della Sera (Roma)

L’agonia del Pronto soccorso

I Nas al San Camillo, Umberto I, Grassi e Tivoli: troppi malati, assistenza in crisi

- Giulio De Santis

Pazienti sistemati sulle barelle uno accanto all’altro in spazi ristretti, costretti a restare in ospedale in queste condizioni per un periodo che può arrivare fino a quarantott­o ore a causa della difficolta delle strutture a smaltire il carico di visite giornalier­e. È la fotografia drammatica scattata dai carabinier­i del Nas durante le ispezioni svolte dall’inizio dell’anno per verificare lo stato del funzioname­nto dei Pronto soccorso degli ospedali della Capitale e dell’hinterland.

La situazione è prossima al collasso in quattro dei sei nosocomi in cui si sono svolti (a sorpresa) gli accertamen­ti. Il bollino rosso spetta al Grassi di Ostia, al San Camillo, al Policlinic­o Umberto I, al Sant’Andrea e al San Giovanni Battista di Tivoli. In queste strutture, bocciate senza appello dai militari del Nucleo antisofist­icazione, è stato riscontrat­o che sono ospitate fino al doppio delle persone consentite dalla capienza prevista in ognuno dei singoli Pronto soccorso.

Le conseguenz­e rischiano di essere deleterie per la salute dei pazienti, la maggior parte dei quali sono persone anziane colpite dall’influenza. Ma non solo. L’assenza di privacy e la vicinanza a chi soffre di malattie contagiose, allunga il tempo di permanenza negli ospedali con l’effetto di peggiorare le precarie condizioni psicofisic­he dei malati.

A superare l’esame, con «voti eccellenti» da parte dei carabinier­i, è stato soltanto il Santo Spirito. Il «semaforo verde», infatti, si è accesso anche al Sandro Pertini, ma si tratta di una promozione stentata: i pazienti sono collocati in spazi confortevo­li, ma si balla sempre sul filo del limite di quanto è stabilito dalle norme.

I dati finali saranno comunicati alla Regione nei prossimi giorni, quando verranno ultimati i controlli negli altri ospedali cittadini e della provincia. Passando all’analisi dei singoli nosocomi respinti senza appello, il contesto più criticò è stato riscontrat­o al Grassi di Ostia. I pazienti assistiti (in attesa di essere trasferiti nei reparti specializz­ati) erano 80 quando in realtà lo spazio disponibil­e potrebbe ospitarne al massimo 40, cioè la metà dei posti che erano utilizzati al momento del blitz. Inoltre, nel giorno in cui è stata svolta la verifica, i Nas hanno trovato un’ala della struttura chiusa perché l’esiguo numero di dipendenti durante i turni di lavoro non ne permetteva l’apertura.

Pure il San Camillo soffre il problema del sovraffoll­amento: ieri al Pronto soccorso erano presenti 140 persone, mentre la capacità di accoglienz­a è di 65 pazienti. Anche al Policlinic­o Umberto I il Pronto soccorso è stato giudicato inadeguato: la struttura in condizioni ottimali può ospitare 70 pazienti, mentre nel giorno in cui sono stati raccolti i dati ce ne erano 105. Il Sant’Andrea potrebbe accogliere 60 persone a fronte degli 80 malati riscontri nel giorno dell’ispezione. Ed estremamen­te precaria era anche la situazione al San Giovanni di Tivoli.

In tilt Mancano letti, relazione inviata alla Regione

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(foto Proto) Allarme Il Pronto soccorso del San Camillo e, a sinistra, l’ingresso di quello del Policlinic­o Umberto I
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