Gaffe alla Garbatella: il presidente inciampa sulla pietra d’inciampo
Via del Porto Fluviale 35, ieri ore 12. Niente «pietra d’inciampo» per la vittima della Shoah Alberto Di Segni ucciso a Sachsenhausen il primo gennaio del 1945. L’VIII Municipio non c’è e non ha mandato nessuno. Dalla presidenza dell’VIII, interpellata dai curatori di Arte e Memoria, giunge un laconico: «La vostra lettera? E’ qua. Non l’abbiamo neanche aperta...capita, con tutto quello che abbiamo da fare»... Sconcerto e incredulità tra i presenti, per nulla mitigati dall’informale aggiunta fornita a Marina Levi Fiorentino di Arte e Memoria dal Municipio: «Ce ne occuperemo appena potremo, nei prossimi giorni...» Unico neo, è stato fatto osservare, è l’impossibilità di esserci per l’artista Gunter Demnig che tradizionalmente provvede in prima persona a sistemare le «pietre d’inciampo» (ne ha già messe 60 mila in tutta Europa): è venuto dalla Germania per questa nuova posa di 24 pietre prevista per ieri e oggi a Roma, poi dovrà ripartire... La carovana della memoria ieri aveva già sistemato otto pietre in ricordo delle vittime della Shoah prima di essere costretta a dare forfait per la nona. Tutto è filato liscio nel XIII, XII e I Municipio con la partecipazione di familiari, studenti, rappresentanti municipali, esponenti della Comunità ebraica, polizia municipale. Poi in via del Porto Fluviale ecco l’intoppo. Giornataccia comunque quella di ieri all’VIII Municipio, dove la maggioranza del M5S è in piena fibrillazione, con consiglieri pro e contro la presidenza. E dove ieri, all’indomani di un incontro in Campidoglio di consiglieri in rotta con la Presidenza, il presidente Paolo Pace la ritirato le deleghe ai due assessori, Sandra Giuliani (Cultura), e Rodolfo Tisi (Urbanistica). L’atmosfera è incandescente ed è stato convocato un consiglio per venerdì. E Alberto Di Segni? Può attendere ancora.