Popolare e solidale: Tor Pignattara fa 90
Il quartiere festeggia il traguardo vicino al secolo con iniziative ideate dai comitati e dalle associazioni Che adesso avanzano una rivendicazione: «Vogliamo essere riconosciuti come un nuovo rione»
Che quartiere sia Tor Pignattara, lo si capisce dal modo in cui è stato organizzato il compleanno. Una festa dei 90 anni aperta a quanti vorranno partecipare, «purché non affiliati a partiti politici e operanti senza scopo di lucro». Popolare e avvolgente, anche verso i tanti immigrati che vi trovano un riparo la sera, e la mattina si disperdono per la città. Pronto a una solidarietà vera, come quella volta che un «suo» ragazzo, Stefano Cucchi, morì da detenuto, e l’intero abitato si schierò al fianco della famiglia.
Ecco lo spirito con cui ci si avvia oggi a celebrare i 90 anni di Tor Pignattara. Un comitato di quartiere nerboruto (municipio Roma 5) con l’associazione per Ecomuseo Casilino ad duas lauros, Scuola popolare di Tor Pignattara e associazione Bianco e Nero ha immaginato un carnet aperto a una molteplicità di eventi, legati da un logo: il numero novanta, e nel ventre dello zero un’anfora romana. Sotto, le date 19272017. Nuove proposte vanno formulate sul sito www.90voltetorpigna.it , o scr ivendo a 90voltetorpigna@gmail.com.
Non era così semplice comunicare quando intorno alla via Casilina e alla ferrovia Roma-Napoli sorsero, ai primi del 900, costruzioni più o meno abusive. Il sogno di una vita dignitosa per i braccianti «giornalieri» nell’agro romano, per gli operai di fabbriche come la Pantanella o l’istituto Serono, per i manovali di una Roma da ricostruire sulle ferite della guerra. Eppure da quel nucleo di uomini e donne pronti a corciarsi le maniche, cui si unirono torme di sfrattati dal centro della città, nacque il primo disegno di un’identità. Se ne accorse il Vaticano. Nel 1922 aveva già fatto costruire la Chiesa dei Santi Marcellino e Pietro su rovine d’epoca romana. Nel 1924 l’assegnazione formale dei toponimi delle strade da parte del Comune.
Aggiornato al tempo della città metropolitana, quel segno forte resiste: non è un caso che a Tor Pignattara rapper e street artist abbiano trovato terreno fertile ( « Ma quale banlieu! Abbiamo gli stessi problemi di altre zone» ha tuonato il rapper Amir Issaa). Ed è strumento di rivendicazione: «Chiediamo il riconoscimento formale come nuovo rione, per il contributo dato alla costruzione dell’immagine democratica e multiculturale della città».
Oggi alle 9 la posa di sei pietre d’inciampo in memoria delle vittime delle Fosse Ardeatine. Domenica prima delle passeggiate che avranno come filo narrativo i nove mesi di lotta per la liberazione dal nazifascismo. Il ciclo proseguirà, alla scoperta del patrimonio storico, archeologico, antropologico, artistico e paesaggistico. Ad aprile 2017 verrà presentato il primo fumetto sulla vita del partigiano Giordano Sangalli. Il 25 aprile Festa della Liberazione al parco Giordano Sangalli. È solo un inizio.