Corriere della Sera (Roma)

QUARTA ETÀ O L’ELOGIO DELLA VITA

- Di Paolo Conti

«Anche in età avanzata si può continuare a essere curiosi, a non avere paura del nuovo e a guardare le generazion­i più giovani con vivo interesse e in modo benevolo». Lo psicoanali­sta Massimo Ammaniti regala ai propri lettori una riflession­e intrisa di ottimismo nel suo ultimo libro «La curiosità non invecchia / Elogio della quarta età», edito da Mondadori, che verrà presentato oggi alle 18 all’Auditorium del Maxxi in via Guido Reni 4/a. E con lui ci saranno tre prove assai eloquenti della verità di quella frase: il famoso artista Gianfranco Baruchello, classe 1924, la scrittrice e donna politica Luciana Castellina (1929) e l’archeologa e saggista Licia Borrelli Vlad (96 anni splendidam­ente portati). Introdurrà Giovanna Melandri, presidente del Maxxi. Nelle prime pagine ci si imbatte in una bella storia dedicata ad Alfredo Reichlin, scomparso da pochi giorni ma qui, invece, vivissimo e pronto a mettere a fuoco quale sia stato il motore che ha avviato la sua passione per la vita, cioè il desiderio di fondo: «Il desiderio che ha orientato la mia vita è stato l’impegno sociale, la riforma del Paese, la politica. La politica intesa non come mestiere, ma come servizio, come idea di cambiare le cose». Dunque, ci spiega Ammaniti, la quarta età (come viene definita la stagione di chi ha superato gli 80 anni e naviga verso i 90 e oltre) può avere, tra gli altri, anche il vantaggio di poter compiere un bilancio esistenzia­le, per guardarsi indietro e capire chi si sia stati davvero.

Un altro cittadino romano non di nascita ma di elezione come Raffaele La Capria ammette di aver posto se stesso un po’ al centro di tutto: «Il desiderio che ha occupato la mia esistenza, non per narcisismo ma per amore di conoscenza, è il mistero di me stesso, il mistero del mio corpo, il mistero della mia anima, il mistero di quello che sono io». Frasi che, se fossero pronunciat­e da un ragazzo, assumerebb­ero un senso, e un peso, immensamen­te diverso rispetto al quadro conclusivo di una vita offerto da un grande scrittore ormai prossimo al traguardo dei 95 anni. Licia Borrelli Vlad rappresent­a una specie di contrappas­so perché spiega ad Ammaniti che «il motore di tutto quello che ho fatto, io non lo chiamo desiderio, ma senso del dovere, perché l’ho sempre sentito - anche se so che questo è molto démodé - come un imperativo morale». E proprio Licia Borrelli Vlad suggerisce di «accettare i cambiament­i del corpo gradualmen­te, come fatti naturali» per non ritrovarsi all’improvviso con la sensazione degli acciacchi. E mai smettendo di restare attivi. Infatti Licia Borrelli Vlad sta lavorando a un nuovo libro sui mosaici, e va spesso in biblioteca per consultare le fonti. Invecchiar­e bene, insomma, non è facile. Ma i personaggi intervista­ti da Ammaniti, in gran parte legati a Roma, ci mostrano una strada possibile e magari anche piacevole. L’essenziale è nutrire quella curiosità senza la quale si è davvero morti dentro: anche a vent’anni.

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