Se i filobus nella Capitale fanno il pieno di gasolio
Raggi: «Abbiamo messo in strada i mezzi del malaffare». La Cgil: «Sono insicuri e usano le linee elettriche solo in parte»
I nuovi filobus entrati in servizio ieri (quelli della tangente) hanno una serie di problemi: «Sono insicuri», accusa la Cgil. Ed elenca i problemi. Tra gli altri, le attuali linee elettriche che non sono in grado di sopportarli e spesso vanno perciò a gasolio.
« Insicuri e fonte di altri sprechi aziendali, a partire dagli straordinari per gli autisti». Parla di «improvvisazione», la Filt-Cgil, a proposito dell’entrata in servizio dei nuovi filobus della tangente Breda Menarini, costati 20 milioni di euro e anche l’arresto a Riccardo Mancini, vicinissimo all’ex sindaco Gianni Alemanno all’epoca indagato nella vicenda. Ieri, durante la presentazione in conferenza stampa, la sindaca Virginia Raggi ha voluto ricordarlo: «Oggi mettiamo finalmente in strada i primi 15 dei 45 mezzi che abbiamo trovato inutilizzati, diventati simbolo del malaffare tanto da finire anche al centro di un’inchiesta per tangenti poi conf lui ta in quel la di Maf ia Capitale».
Nei fatti, invece, i problemi sarebbero parecchi. La prima obiezione del sindacato riguarda la sicurezza: specchietti retrovisori con angoli «ciechi», la pedana centrale e il blocco carrozzelle azionabili solo a mano dall’autista, lo stantuffo di apertura delle porte troppo esposto e sporgente, quindi rischioso. Mentre il secondo tema, che ha voluto sollevare direttamente la Filt-Cgil rifiutandosi di firmare l’ultimo accordo sindacale, ha a che fare con privilegi e straordinari: per questo evento, «in via del tutto eccezionale e non ripetibile - si legge nel documento - al fine di minimizzare il disagio derivante da un impiego presso una rimessa fuori dalla propria residenza convenzionale, l’azienda si impegna ad istituire riservate al personale (navette, ndr) per il trasferimento da Montesacro a Tor Pagnotta e ritorno in tutte le giornate lavorative: tali trasferimenti saranno considerati all’interno dell’orario di lavoro». Di più: «Per ogni turno effettivamente prestato sarà riconosciuta una indennità pari a tre ore di straordinario». Cioè: i dipendenti impiegati sulle linee 60 e 90 saranno scortati e indennizzati nel tragitto casa-lavoro.
Un precedente inspiegabile e inaccettabile anche per un sindacato, la Cgil, che a quel punto, appurato il nullaosta aziendale, ha fatto notare anche altre stranezze. Per esempio, lo straordinario di tre ore a fronte del tempo impiegato per il trasferimento - Tor Pagnotta-Montesacro appunto - di poco più di un’ora. Oppure, la scelta di impiegare quei mezzi proprio su quelle due linee, 60 e 90, tradizionalmente elettriche e incapaci di sostenere più di venti mezzi: per questo i filobus viaggeranno a gasolio ma ad un costo esagerato, in media un litro di gasolio per appena tra chilometri. Tutti indizi che sostengono la tesi dell’accelerata politica più che un’operatività aziendale.
Perché, come anticipato, oltre a questa assurdità della navetta inclusa nell’orario lavorativo e pagata come straordinario, la Cgil ha cercato in ogni modo di richiamare l’attenzione anche sul fronte dell’efficienza, proponendo soluzioni e alternative. «Trasferire le nuove vetture a Grottarossa - ha scritto il sindacato all’azienda - avrebbe evitato di predisporre riservate al personale per i lavoratori di Montesacro, i quali saranno costretti a prendere servizio nel quadrante opposto; questo trasferimento avrebbe inoltre consentito ottimizzazione dei turni, riduzione dei chilometri percorsi a vuoto ed evitato uno straordinario strutturale che si ripercuoterà sulle disastrate casse di Atac».
Poi, soprattutto, c’è il tema della sicurezza, dalle pedane «manuali» alle «procedure non chiare sui guasti di linea e rischio di sovraccarico delle sottostazioni elettriche». Allora spera, la Cgil, di «non dover assistere all’ennesimo flop aziendale».