Corriere della Sera (Roma)

Paris: «I progetti ci sono. Addetti, soldi e uffici no»

Paris: «Previsti 132 addetti, e siamo 20. Non c’è un ufficio. Così non si decolla»

- Maria Rosaria Spadaccino

In fondo lo speravano tutti. E lei stessa, l’Appia Antica, regina delle strade, se potesse fare uscire la sua voce dal lastricato di basoli, dalle mura della tomba di Cecilia Metella, dagli alberi che circondano il castrum Caetani, direbbe di esser contenta. Visto che a dirigerla sarà uno dei funzionari del Mibact che le ha dedicato più tempo e passione, almeno negli ultimi decenni. Da ieri Rita Paris è direttore dell’istituto autonomo Parco dell’Appia Antica, uno dei trenta super musei, dotati di completa autonomia, istituiti dalla riforma Franceschi­ni.

«Sono pronta e non vedo l’ora di cominciare a lavorare — spiega Paris — e realizzare quei progetti che ho presentato al Ministero. Ma ho bisogno di un ufficio funzionant­e, che ancora non c’è. L’Appia vuole decollare e così non si può». Ovvero il neonato istituto ha un direttore, ma manca di tutto il resto, anche sempliceme­nte di una sede ufficiale, «per ora non sono neanche in grado di fare un bilancio». Con ogni probabilit­à bisognerà aspettare le assegnazio­ni del personale che dovrebbero arrivare da altri settori del ministero. Il problema è comune, dopo la creazione delle nuove strutture, la riorganizz­azione del personale è un nodo intricato da sciogliere. «Il decreto prevede 132 addetti tra custo- di, architetti, archeologi, amministra­tivi, attualment­e siamo meno di venti», continua Paris. E anche il budget assegnato attualment­e è di 1,1 milioni di euro, contro la necessita stimata di 3,5 milioni. L’archeologa lavora sull’Appia antica dal 1996, era ancora vivo Cederna, un incarico che ha portato avanti insieme alla di- rezione del museo di Palazzo Massimo, che da ieri lascia. Porta la sua firma, sull’Appia antica, l’acquisizio­ne di Capo di Bove (comprato con trattativa privata), uno dei gioielli della via: era un villa privata, era stata costruita una piscina sull’antica zona termale che copriva un pregiato mosaico, ora completame­nte recuperato e visibile. E, tra gli altri, il restauro del complesso di Santa Maria Nova (firmato dall’architetto Maria Grazia Filetici) che si unisce in un percorso archeologi­co e paesaggist­ico alla Villa dei Quintili e al suo museo.

«Tra le prime cose da realizzare c’è il restauro dell’ultimo tratto romano della strada — continua — la parte di via di Fioranello che è inaccessib­ile e in condizioni di degrado. Qui stiamo pensando a una zona di scambio con il parcheggio delle auto, punti ristoro e spazi pic nic». E per aumentare le visite nel parco si pensa a rendere gratuito, in via sperimenta­le, l’ingresso alla Villa dei Quintili, a Santa Maria Nova e Cecilia Metella, «anche perché il biglietto, sei euro, era collegato alle Terme di Caracalla, che restano fuori dal parco».

L’Appia antica, pur essendo uno dei siti più affascinan­ti della città, non è frequentat­o come meriterebb­e: «Dobbiamo risolvere questo problema. Sappiamo che bisogna lavorare anche al migliorame­nto del servizio pubblico, ce ne stiamo occupando con il Comune e io ho intenzione di far conoscere e rendere più fruibile il parco archeologi­co che mi è stato affidato. Guadagno di più anche per questo».

Tra i suoi obiettivi ci sono «il restauro della tomba Barberini» e il recupero di molti monumenti di pregio all’interno di tenute private: «Abbiamo già ricevuto delle offerte di vendita da parte di privati che non possono occuparsi dei monumenti all’interno delle loro proprietà, ritengo che sia prioritari­a l’acquisizio­ne del sepolcro di Sant’Urbano e di quello degli Equinozi».

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Archeo & Natura Due scorci del paesaggio della «Regina Viarum». Foto piccola: il direttore, Rita Paris
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