Corriere della Sera (Roma)

Aspiranti medici, la carica degli ottomila

- Di Claudia Voltattorn­i

Dalle 9 del mattino un fiume di quasi 20mila persone si riversa nei viali della nuova Fiera. Liceali dall’aria addormenta­ta e spaventata. Madri e padri che si tirano dietro il trolley e qualcuno pure il cane di casa. Sono arrivati da viaggi di centinaia di chilometri.

Arrivano da tutta Italia, ma dal Sud soprattutt­o. Lecce, Matera, Messina, Bari, Caserta. «Noi del Sud siamo attaccatis­simi alla nostra terra, ma poi il 90 per cento di noi la lascerà». Sorride Serena, materana, sguardo deciso e malinconic­o. Lei, insieme con altri 8.387 ragazzi e ragazze, ha raggiunto Roma per cercare di realizzare un sogno: essere ammessa al corso di laurea in Medicina dell’Università Cattolica di Roma e diventare un medico.

È il primo test del 2017. Solo 270 i posti a disposizio­ne alla Cattolica ( più altri 25 per Odontoiatr­ia). Poi arriverann­o quelli messi in palio dalle università statali con gli esami di ammissione del 5 settembre prossimo. Ma intanto i ragazzi all’ultimo anno delle superiori già ci provano. Per loro, spiega un papà in attesa del figlio, «questa prova è il primo incontro con il mondo fuori dalla scuola, il primo esame vero, si devono abituare a tutti quelli che dovranno affrontare durante la loro vita».Tanti i padri che hanno guidato anche tutta la notte per accompagna­re i propri figli. Tutti qui, a spasso tra i viali della Fiera, seduti sui prati, o sdraiati in auto per un riposino in attesa del proprio futuro medico. Qualcuno è arrivato con il camper e ha passato la notte nel grande parcheggio della Fiera per essere sicuro di arrivare in tempo.

Due ore per rispondere a 120 domande a risposta multipla, test logici, quesiti in lingua straniera e di religione. «Un po’ difficili e poco tempo a disposizio­ne», si lamenta Costanza da Frosinone, aria stravolta ma decisa a diventare pediatra: «Mia madre è medico, fin da piccola mi portava in giro per convegni». Maria Francesca da Matera racconta invece di quelle «domande religiose su eutanasia e dignità dell’embrione, speriamo bene». Il gruppo di aspiranti medici da Matera è molto nutrito. Ci sono i liceali dello scientific­o Dante Alighieri. Ilaria, Natasha, Serena, Giulio: tutti determinat­issimi; tutti appassiona­ti di chimica e biologia «grazie alla nostra prof»; tutti decisi ad affrontare i 6 anni di corso di laurea e poi la specializz­azione, «sarà lunga e difficile, ma è quello che voglio» (Giulio). Futuri chirurghi, oncologi, neurologi. «Voglio aiutare gli altri» (Ilaria); «Dopo uno stage con la scuola in ospedale, ho capito che quella è la mia strada» (Natasha); «l’oncologia mi spaventa ma mi affascina e mi attira allo stesso tempo, sono una persona molto sensibile, ma so che posso farcela» (Serena).

Quasi novemila ragazzi e ragazze: tutti con il fuoco sacro della medicina? «La mia no di certo», sorride una mamma leccese. La sua Silvia, quinto liceo linguistic­o, racconta, «neanche voleva venire, alla fine l’ho convinta, ma non credo che farà i prossimi test, si iscriverà a giurisprud­enza». La sua amica Maria Novella, mamma infermiera e papà medico, è invece decisissim­a e proverà tutti i test di ammissione del 2017. Per Chiara di Avezzano quello di ieri è il secondo tentativo, dopo la bocciatura dello scorso anno: «Ci riprovo: mi piace il lato scientific­o e umano della medicina, per questo voglio diventare medico, studiare e aiutare il prossimo». Ora c’è solo da aspettare il 6 aprile, quando si saprà chi comincerà la lunga strada da medico.

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Esame Liceali ieri alla nuova Fiera (Lapresse)

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