Corriere della Sera (Roma)

La città dei duecentomi­la poveri

La Caritas denuncia: in aumento le famiglie residenti nella Capitale che chiedono aiuto. Il 43 per cento sono italiane L’età di chi è in difficoltà si riduce sempre di più. E la grande maggioranz­a è composta da donne

- Di Claudia Voltattorn­i

Oggi

la Chiesa di Roma celebra la giornata della Carità. E sembra proprio che nella Capitale ce ne sia un gran bisogno. Perché solo nel 2016, quasi cinquantam­ila famiglie si sono rivolte ad uno sportello Caritas per chiedere aiuto. Oltre il 40% sono italiane. Un dato che, rispetto solo al 2015 è cresciuto di quasi il 10%. Però ci sono anche migliaia di romani pronti a dare una mano.

Ogni settimana almeno duemila volontari offrono un pezzo del loro tempo per assistere chi ha più bisogno in una città che anno dopo anno conta sempre più persone in difficoltà. Senza dimora, disoccupat­i, donne sole, famiglie rimaste senza un sostentame­nto, anziani malati, immigrati, profughi: fino a duecentomi­la persone che solo nel 2016 a Roma si sono dovute(e potute) rivolgere alla Caritas che nel suo rapporto annuale parla di «povertà, intesa nel senso più ampio di disagio sociale e mancanza di diritti, estesa a fasce di popolazion­e più vaste, anche nel mondo dell’opulenza».

Una Roma che soffre

Ma, spiega monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma, «questo non è un bilancio né tantomeno l’ostentazio­ne di numeri “impression­anti” per attirare l’attenzione attraverso l’emotività». Piuttosto è una fotografia di una Roma che soffre e una Roma che si impegna e aiuta: «Sono quei gesti concreti e quotidiani - continua Feroci - che ci invita a fare il nostro vescovo Francesco per formare i cuori all’incontro con Dio attraverso l’amore verso il prossimo e con l’impegno concreto nella solidariet­à». Le cifre del rapporto parlano di 5mila volontari che, seppur non costanteme­nte, aiutano chi ha bisogno. Nelle mense della Caritas sparse per la città nel 2016 sono stati offerti 350mila pasti a oltre 10mila persone, oltre trentamila solo a domicilio, oltre a quelli offerti dalle singole parrocchie su tutto il territorio di Roma e provincia. Negli ostelli sono stati dati oltre 200mila pernottame­nti e alle famiglie più in difficoltà è stato devoluto il fondo famiglia di 180mila euro. Oltre 16mila poi le prestazion­i sanitarie offerte a quasi 6mila persone, grazie ai 365 volontari tra medici, odontoiatr­i, infermieri, farmacisti.

Raccolta solidale

E stamattina in tutte le chiese romane si raccoglier­anno viveri a sostegno dei 49 centri di accoglienz­a cittadini, dalle case famiglia agli ostelli alle mense. Beni che serviranno anche alle migliaia di famiglie che ogni giorno chiedono aiuto. Secondo il rapporto Caritas, nel 2016 sono state 48mila a rivolgersi agli sportelli, quasi la metà erano italiane (il 43%), una percentual­e così alta non era mai stata registrata. Nel 2015 si aggirava intorno al 35%. «A causa del perdurare della crisi - spiega il rapporto - cresce il numero di situazioni di grave disagio economico e si acutizzano situazioni di emarginazi­one ed esclusione sociale». Non solo. Si è abbassata anche l’età dei bisognosi, la media per gli italiani è intorno ai 53 anni (per gli stranieri, 45): «Ci sono nuclei familiari con figli minori e adolescent­i che vivono forti difficoltà legate al basso reddito e alla mancanza di lavoro con sfratti, indebitame­nti, famiglie costrette a vivere separatame­nte o ad abitare in case fatiscenti senza luce e acqua calda o a condivider­e con altre persone case e addirittur­a camere». Persone ormai senza speranza per cui l’unica soluzione resta rivolgersi a ostelli e mense.

L’esercito dei volontari

Ma se aumentano i poveri nella Capitale, cresce anche il numero delle persone che li aiutano. Sarà anche grazie all’appello di papa Francesco che il 6 settembre 2015 durante un Angelus invitò tutte le diocesi e le parrocchie del mondo, a partire da Roma, ad accogliere le famiglie di profughi in fuga dalla guerra. Decine le parrocchie romane che hanno risposto ospitando anche interi nuclei famigliari. E poi ci sono gli studenti. Grazie all’alternanza scuola-lavoro prevista dalla riforma della Buona scuola, solo nel 2016 sono stati 1.733 i ragazzi di 31 scuole superiori di Roma che hanno partecipat­o continuati­vamente a progetti con la Caritas, nelle mense, nei centri di accoglienz­a, nelle case famiglia di Villa Glori. Ecco, dice monsignor Feroci, «queste iniziative devono essere incoraggia­mento e sprone perché la carità non sia cosa di pochi “profession­isti”: il povero è parte integrante della famiglia di Dio che è la Chiesa».

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Pasti caldi Volontari e poveri a pranzo nella mensa Caritas di Colle Oppio: ogni anno vengono distribuit­i 350 mila pasti caldi nelle varie mense della città
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(Eidon) Accoglienz­a Una volontaria aiuta un profugo che dorme in tenda

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