Criminalità, scatta l’allarme riarmo
Scoperti arsenali da Anzio a Roma
Nella cantina di una casa popolare a Tor Bella Monaca la Squadra mobile ha rinvenuto un deposito di armi. C’era anche un kalashnikov. Nelle stesse ore i carabinieri hanno sequestrato pistole e fucili a canne mozze in una serie di operazioni da Tor Sapienza a Villalba di Guidonia, fino ad Anzio. Cinque persone sono state arrestate. È il segnale che la tregua fra i clan per il controllo del traffico di droga, in atto da tempo, sta ormai vacillando.
C’era anche un kalashnikov, l’arma di tutte le guerre, dei terroristi e di Gomorra. Il fucile mitragliatore che con maggiore frequenza continua a far parte degli arsenali degli spacciatori di droga più che dei rapinatori di furgoni blindati. L’ultimo è stato trovato a Tor Bella Monaca, nascosto nella cantina di un insospettabile residente di un palazzo delle case popolari. La conferma ulteriore che le bande si stanno riarmando, dopo un periodo di relativa tregua fra clan, forse per darsi battaglia in vista di un assestamento delle zone di competenza per trafficare in cocaina, hashish, marijuana e – ritorno che preoccupa molto – pure eroina. Anche perché la scoperta fatta venerdì dagli investigatori della Squadra mobile non è l’unico sequestro di armi nel fine settimana. I carabinieri, ad esempio, hanno arrestato in poche ore cinque persone sequestrando pistole e fucili a canne mozze pronti all’uso fra Tor Sapienza, Villalba di Guidonia e Anzio. Episodi probabilmente non collegati fra loro, ma che potrebbe comunque essere un’avvisaglia che i dintorni di Roma stanno per tornare un far west. Tanto più che a Tor Bella Monaca i poliziotti – insospettiti dalla porta immacolata di una cantina, chiusa con un lucchetto anch’esso nuovo di zecca, in un posto dove gli altri locali erano fatiscenti e in stato di abbandono –, oltre al micidiale Ak47 con mirino di precisione, hanno trovato anche una carabina Beretta Storm calibro 40, anch’esso corredato da mirino, e quattro pistole fra revolver e semiautomatiche, insieme con centinaia di munizioni. Insomma un arsenale per fare la guerra, o anche solo incutere timore ai rivali. Tanto è vero che gli stessi investigatori della Mobile sottolineano nel quartiere «un crescendo di attività criminali e di gravi delitti riconducibili a conflittualità e a connessi regolamenti di conti consequenziali e funzionali alla conquista di piazze di spaccio, per affermare o rimarcare l’egemonia di un gruppo su un altro». Di episodi recenti le cronache sono piene e solo negli ultimi cinque mesi la polizia ha arrestato a Torbella ben 202 persone. Ma non è finita. A Nettuno, i carabinieri della compagnia di Anzio hanno arrestato Fabrizio Colazzi, 45 anni: nascondeva un fucile a canne mozze sotto una culla. In casa aveva anche due pistole e mezzo etto di cocaina. E ancora: in via Naide, a Tor Sapienza, i militari dell’Arma hanno sorpreso due brindisini – Enrico Morleo e Claudio Bastonte, entrambi di 51 anni, mentre si aggiravano per il quartiere armati di pistola. Per chi indaga «erano pronti ad aprire il fuoco, la pistola aveva il colpo in canna» in un quartiere da sempre al centro di traffici di stupefacenti. E a Villalba due fratelli, Fabio e Simone Crescenzi, 39 e 30 anni, oltre alle pistole avevano anche quattro ricetrasmittenti.
L’investigatore Ravvisiamo un crescendo di attività criminali per conquistare le piazze dello spaccio