Corriere della Sera (Roma)

Cade in un pozzo bimbo gravissimo

- R. Fr.

Un bambino caduto in un pozzo, i vigili del fuoco che accorrono per salvarlo. E lo spettro della tragedia di Alfredino Rampi a Vermicino nel 1981 che ritorna alla mente con prepotenza. Stavolta non si tratta di un pozzo artesiano.

Ma di uno vero e proprio, in muratura, nel giardino dell’abitazione di una famiglia di romeni alle porte di Velletri. Il piccolo, di appena due anni, mentre giocava è salito in cima al parapetto ed è caduto di sotto, finendo in acqua dopo un volo di circa otto metri. Ad accorgersi dopo qualche minuto di quanto accaduto è stato il nonno, un cinquanten­ne, che si è affacciato, ha visto il corpicino del piccolo in acqua e si è tuffato anche lui. Erano da poco passate le 19. Poco dopo in via del Cigliolo, a nord di Velletri, nei pressi del monte Artemisio, sono intervenut­e quattro squadre dei vigili del fuoco insieme con gli specialist­i del Saf, il nucleo speleo-alpino-fluviale, che hanno recuperato nonno e nipote. Tutti e due sono stati trasportat­i all’ospedale di Velletri ma preoccupan­o le condizioni del piccolo, rimasto forse troppo tempo in acqua privo di sensi e non si esclude che nella caduta abbia sbattuto contro le pareti del pozzo. In nottata il bimbo - che in un primo momento era stato anche rianimato dal personale medico dell’Ares 118 intervenut­i nell’abitazione con un’ambulanza e un’automedica - è stato trasferito d’urgenza al Bambino Gesù di Roma vista la gravità delle sue condizioni. È in terapia intensiva e i medici valutano i danni provocato dalla lunga permanenza in acqua. Solo contusioni invece per il nonno interrogat­o con altri parenti del piccolo dai carabinier­i della compagnia di Velletri che indagano su quello che sembra un incidente, anche se rimangono aperte tutte le ipotesi investigat­ive, oltre a quella sull’omesso controllo del bambino, lasciato solo a giocare vicino al pozzo che nel frattempo è stato sequestrat­o in attesa di un nuovo sopralluog­o che sarà svolto nella giornata di oggi per chiarire la dinamica dell’accaduto.

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