La rinascita di via della Frezza
La scommessa dell’operazione: trasformarla nella strada del buon gusto
Con le strisce bianche a terra lungo i marciapiedi si è conclusa la riqualificazione di via della Frezza, la strada che collega via di Ripetta con via del Corso a due passi da piazza Augusto Imperatore. Selciato nuovo e marciapiedi allargati fino a tre metri al posto del dissesto e dell’abbandono che affliggeva la stradina di duecento metri fino a un anno fa, quando Fondaco Srl ha aderito al progetto «Roma sei Mia» del Primo Municipio.
La collaborazione pubblicoprivato per risistemare strade, luci e arredi urbani ha trasformato la strada: pulita e silenziosa, la vena urbana che si inserisce tra gli edifici monumentali dell’epoca del ventennio, come il retro dell’ex palazzo dell’Inps e la struttura ospedaliera del San Giacomo, è stata risistemata anche nel sottosuolo con lo sblocco di tombini e caditoie otturate da tempo.
«Un lavoro molto importante del valore di circa centomila euro» sottolinea l’assessore al Commercio del I Municipio, Tatiana Campioni. «Il progetto è stato approvato per il beneficio pubblico che portava». E aggiunge: «Il prossimo passo sarà l’allestimento con vasi, piante, panchine e luci appro- vate dalla Sovrintendenza».
La riqualificazione darà risalto ai negozi della strada del buon gusto, dello stile del bello: dal ristorante di qualità alla galleria d’arte, alla pescheria, l’offerta commerciale riguarderà anche librerie, caffetterie, boutique e botteghe di artigianato come un cappellaio.
«I negozi sono gestiti dalla Fondaco — spiega Alessandra Marino, che ha progettato e finanziato la riqualificazione con Emanuela Mafrollo e Natalie Albers. — con la visione di concept street dove l’idea è di mescolare chi entra per un caffè o un libro con coloro che vanno alla scoperta della fotografia e del designer importante come Giò Ponti e Gabriela Preston». Al momento quattro negozi sono in allestimento ed è aperta solo la boutique dove ci sono abiti, scarpe e accessori di stilisti come Rochas e Aquilano, fotografie giganti di Tori Thorimbert, scatti di reportage di Alessandro Imbriaco, tavolini di Giò Ponti e gioielli curati da Elisabetta Cipriani. Alcuni abiti appesi alle finestre e al soffitto riempiono di colore le ampie vetrate del cortile interno del palazzo storico su cui affaccia la boutique.
«Non avremo solo artisti importanti e prezzi alti — aggiunge Marino —: l’offerta è dedicata a diverse classi sociali perché quando entro l’estate apriremo gli altri negozi, si potranno trovare anche i caschetti per le bici, magliette, giubbotti e oggetti semplici».
Sulla street dove sono in allestimento una sala da tè e un american bar, si aprirà un’area dedicata agli eventi. «Sono tre stanze dedicate a cene e ricevimenti per sostenere gallerie e artisti, ma ci saranno anche convegni con scienziati ed eventi musicali».
A spiegare il perché del passaggio dei mezzi di soccorso e sicurezza è Tatiana Campioni: «Dopo il primo progetto di totale pedonalizzazione, l’ex commissario Tronca stabilì questa apertura». E aggiunge: «Il progetto Fondaco è di altissima qualità, come pochi se ne vedono a Roma ed è importante favore queste aperture anche per contrastare minimarket, pessimi negozi di souvenir, pizzerie e gelaterie».
Sulle occupazioni di suolo pubblico Campioni ricorda che prima della riqualificazione esisteva un permesso per 100 mq complessivi sulla strada e che «adesso sarà più ordinato sui marciapiedi e saranno ridotti » . Marino assicura: «Non ci sarà l’invasione dei tavolini, non cambierà nulla rispetto ad ora. E le piante nei vasi, le panchine e le rastrelliere per le bici impediranno la sosta abusiva delle auto».