Tg5 verso Milano Via 150 tra tecnici e giornalisti
La prossima settimana potrebbe arrivare l’annuncio: il Tg5 presto lascerà Roma. Tutti a Milano gli oltre 50 giornalisti cui vanno aggiunti una novantina di tecnici che lavorano per il telegiornale ma anche per le altre testate del gruppo Mediaset. «Ottimizzazione» è la parola che gira da qualche mese tra la Capitale e Milano. A Mediaset ma non solo. Parola che dal lato aziendale significa tagli, risparmi e contenimento di costi, ma da quello dei lavoratori si traduce in trasferimenti, riduzione di stipendi e forse anche rinuncia al posto di lavoro. La redazione del notiziario di informazione della rete ammiraglia di Mediaset, Canale 5, proprio quest’anno compie i suoi primi 25 anni e dopo un quarto di vita a Roma rischia di dover lasciare la sua sede sul Colle Palatino per trasferirsi a Cologno Monzese.
Ufficialmente l’azienda ammette di avere «allo studio numerose iniziative di ottimizzazione - anche relative all’area news – finalizzate a garantire un importante recupero di marginalità entro il 2020», e di aver fatto «passi avanti in molteplici direzioni», ma «non ancora tali da poterli considerare definitivi». Però sembra che a Cologno Monzese (centro di produzione tv di Mediaset,
ndr) da tempo siano in corso lavori per la realizzazione di nuovi studi televisivi. Il comitato di direzione del Tg5 annuncia tre giorni di sciopero: si comincia il 25 maggio con uno stop di 24 ore delle notizie su Canale 5.
«Il trasferimento è un progetto sbagliato che non genera risparmi ma solo costi aggiuntivi -, spiega Paolo Trombin, volto del Tg5 e membro del Cdr -: il vero significato del passaggio del Tg5 a Milano si chiama licenziamento mascherato da trasferimento, perché costringe centinaia di persone (impiegati operai tecnici) a rinunciare al posto di lavoro». Ma, continua una nota del Cdr, «un grande gruppo europeo nel settore dei media non può, a nostro avviso, scegliere di abbandonare la Capitale, perché significherebbe andare contro la storia di un’azienda che ha sempre puntato ad essere forte nelle due città riferimento del Paese: Milano e Roma», e «quella dello svuotamento e del trasferimento del Tg5 a Milano sarebbe un passo di una strategia a noi incomprensibile».
Con l’eventuale trasloco del Tg5 si allunga la lista dei grandi gruppi che abbandonano Roma per Milano. Primo tra tutti Sky che ha annunciato lo spostamento di Skytg24 nel capoluogo lombardo: oltre 300 i trasferimenti e 200 gli esuberi. Ma c’è anche il quotidiano Libero: dal primo luglio andranno a Milano i 15 giornalisti della sede romana, inclusi i due vicedirettori. Ma poi c’è Almaviva: chiuso il call center a Roma, sono partiti 1.666 licenziamenti. E numerosi sono anche gli studi legali internazionali che dopo essere sbarcati nella Capitale hanno poi fatto marcia indietro preferendo Milano. Roma non attrae più.
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