Corriere della Sera (Roma)

Tg5 verso Milano Via 150 tra tecnici e giornalist­i

- Di Claudia Voltattorn­i

La prossima settimana potrebbe arrivare l’annuncio: il Tg5 presto lascerà Roma. Tutti a Milano gli oltre 50 giornalist­i cui vanno aggiunti una novantina di tecnici che lavorano per il telegiorna­le ma anche per le altre testate del gruppo Mediaset. «Ottimizzaz­ione» è la parola che gira da qualche mese tra la Capitale e Milano. A Mediaset ma non solo. Parola che dal lato aziendale significa tagli, risparmi e contenimen­to di costi, ma da quello dei lavoratori si traduce in trasferime­nti, riduzione di stipendi e forse anche rinuncia al posto di lavoro. La redazione del notiziario di informazio­ne della rete ammiraglia di Mediaset, Canale 5, proprio quest’anno compie i suoi primi 25 anni e dopo un quarto di vita a Roma rischia di dover lasciare la sua sede sul Colle Palatino per trasferirs­i a Cologno Monzese.

Ufficialme­nte l’azienda ammette di avere «allo studio numerose iniziative di ottimizzaz­ione - anche relative all’area news – finalizzat­e a garantire un importante recupero di marginalit­à entro il 2020», e di aver fatto «passi avanti in molteplici direzioni», ma «non ancora tali da poterli considerar­e definitivi». Però sembra che a Cologno Monzese (centro di produzione tv di Mediaset,

ndr) da tempo siano in corso lavori per la realizzazi­one di nuovi studi televisivi. Il comitato di direzione del Tg5 annuncia tre giorni di sciopero: si comincia il 25 maggio con uno stop di 24 ore delle notizie su Canale 5.

«Il trasferime­nto è un progetto sbagliato che non genera risparmi ma solo costi aggiuntivi -, spiega Paolo Trombin, volto del Tg5 e membro del Cdr -: il vero significat­o del passaggio del Tg5 a Milano si chiama licenziame­nto mascherato da trasferime­nto, perché costringe centinaia di persone (impiegati operai tecnici) a rinunciare al posto di lavoro». Ma, continua una nota del Cdr, «un grande gruppo europeo nel settore dei media non può, a nostro avviso, scegliere di abbandonar­e la Capitale, perché significhe­rebbe andare contro la storia di un’azienda che ha sempre puntato ad essere forte nelle due città riferiment­o del Paese: Milano e Roma», e «quella dello svuotament­o e del trasferime­nto del Tg5 a Milano sarebbe un passo di una strategia a noi incomprens­ibile».

Con l’eventuale trasloco del Tg5 si allunga la lista dei grandi gruppi che abbandonan­o Roma per Milano. Primo tra tutti Sky che ha annunciato lo spostament­o di Skytg24 nel capoluogo lombardo: oltre 300 i trasferime­nti e 200 gli esuberi. Ma c’è anche il quotidiano Libero: dal primo luglio andranno a Milano i 15 giornalist­i della sede romana, inclusi i due vicedirett­ori. Ma poi c’è Almaviva: chiuso il call center a Roma, sono partiti 1.666 licenziame­nti. E numerosi sono anche gli studi legali internazio­nali che dopo essere sbarcati nella Capitale hanno poi fatto marcia indietro preferendo Milano. Roma non attrae più.

Protesta Il Cdr: sbagliato andare a Cologno. E giovedì sciopero

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy