Internazionali, chiude la vetrina un po’ caciarona e un po’ glamour
Tra qualche ora conosceremo i vincitori di questi Internazionali di tennis, quali nomi entreranno nell’albo d’oro del torneo. Il Centrale andrà riempiendosi in ogni ordine di posti, mentre tutti gli altri campi, a partire dal meraviglioso Pietrangeli, il campo da tennis più bello del mondo con quella scenografia elementare da teatro greco, rimarranno deserti. Silenzioso anche il vialone del Foro Italico dove, in questi dieci giorni, alle torme di appassionati si sono mescolati i curiosi, quelli che non vivono di pane e tennis e che a volte neanche ne conoscono le regole, ma che non hanno resistito alla voglia di gettare uno sguardo su questo mondo cosmopolita che una volta l’anno fa tappa a Roma. Prim’ancora che un appuntamento sportivo, gli Internazionali questo sono: un fatto di costume, una vetrina un po’ glamour e un po’ caciarona – «Baggiali» urla lo steward al collega che si attarda a controllare i badge all’ingresso - di un segmento globale della società dello spettacolo tutt’altro che trascurabile. Da domani, campioni e aspiranti tali, quel circo di pazzi che gira senza tregua intorno al mondo, pianterà le tende a Parigi e i campi da tennis degli Internazionali torneranno dominio del ragioniere di Tor di Quinto o del commercialista della Balduina, sotto lo sguardo fisso e un po’ annoiato di quegli omoni di marmo che presidiano il Foro Italico con la loro aura tra il kitsch e il metafisico.