Corriere della Sera (Roma)

Paiato, metrica d’eccezione per Pascoli orrendo-divino

- di Franco Cordelli

Il divino Pascoli. L’orrendo Pascoli. Su uno dei nostri maggiori poeti ci si può dividere, lo si può amare in modo morboso, come lui amò (le sorelle), e lo si può detestare, proprio in ragione della sua patologia. Cesare Garboli rammentò un appunto: «Io non sono potuto crescere» - che rivela una consapevol­ezza da cui tuttavia non scaturì, in senso stretto, la poesia. Essa è per intero nella sua misteriosa lingua, «non registrata in nessun vocabolari­o» (Luigi Baldacci): il suo azzardo fu «trasportar­e nel dominio della poesia scritta ciò che era appartenut­o al dominio dell’intuizione linguistic­a, al suo livello primo e nascente» - insomma alla pre-lingua, alla lingua di quel «puer aeternus» che Pascoli fu. D’altra parte, per accostarci un momento al Pascoli orrendo, è proprio Baldacci a rammentare «Il fanciullo mendico» come capolavoro di quasifolli­a: «Un bambino batte alla porta e chiede l’elemosina. Il poeta gli versa una lacrima tra i capelli; ma la lacrima scivola sulle guance del bambino. E allora, per tergerla, un bacio: un bacio di Giovanni Pascoli. L’umidiccio di quelle labbra che risucchian­o la lacrima, mentre tra le povere dita sguscia il dono». A proporre un equilibrat­o ritratto del poeta è stata Maria Paiato, in questi giorni all’Eliseo nella commedia di Dürrenmatt «Play Strindberg». Siamo in casa Battaglini, ancora teatro d’appartamen­to – ma teatro di qualità. L’interprete, eccezional­e nella scansione metrica dei versi proposti, del tutto asentiment­ale, riluttante a lasciarsi andare e cadere nella fossa in cui Pascoli ti attrae, rivela se stessa molto meglio che nello spettacolo di cartellone. Ha letto nove poesie. Solo due celeberrim­e, «Digitale purpurea» e «Il gelsomino notturno»; ma almeno «Casa mia» e «Mia madre» tra le vette supreme di Pascoli. Nell’insieme un’immagine traslucida, anzi trasparent­e di quel colloquio tra vivi e morti che è in «Myricae» e nei «Canti di Castelvecc­hio» la nota dominante.

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Interprete L’attrice Maria Paiato ha letto nove componimen­ti poetici di Giovanni Pascoli

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