Ambasciata Usa, allarme bomba. Era un nido
Psicosi attentati. «Ombra sospetta su un albero»: via Veneto blindata, accorrono gli artificieri
Quell’ombra sembrava davvero sospetta. Una forma tondeggiante, davvero inquietante, almeno per chi ha chiamato la polizia segnalando la presenza di un presunto ordigno a poche decine di metri da uno degli ingressi super vigilati dell’ambasciata americana in via Veneto. Tanto più che domani il presidente Usa Donald J. Trump arriverà a Roma per restarci fino al giorno successivo. Un allarme da non sottovalutare, quindi, ma anche la conferma della psicosi attentato. Gli artificieri della Questura sono intervenuti per esaminare il pacco sospetto, che secondo quanto riferito da chi lo aveva segnalato, era appeso a un albero in via Lucullo, traversa di via Boncompagni, sorvegliata oltretutto perché lì c’è la sede nazionale della Uil.
L’area è stata isolata, vietato passare per motivi di sicurezza, mentre gli specialisti del-l’antisabotaggio si muovevano con cautela per capire la natura dell’oggetto sospetto. Una procedura che da quando è scattato l’allarme terrorismo, ovvero quasi due anni e mezzo fa, a Roma viene ripetuta decine di volte al giorno vista la quantità di segnalazioni quotidiane. Ma con grande sorpresa - sebbene ormai abituati a tutto - gli artificieri hanno scoperto che non si trattava di una bomba, e tantomeno di un involucro di qualche genere. Era un nido, il rifugio forse di una cornacchia e dei suoi piccoli, vista la grandezza della costruzione scambiata da qualcuno per un ordigno.