Corriere della Sera (Roma)

Ambasciata Usa, allarme bomba. Era un nido

Psicosi attentati. «Ombra sospetta su un albero»: via Veneto blindata, accorrono gli artificier­i

- Di Rinaldo Frignani

Quell’ombra sembrava davvero sospetta. Una forma tondeggian­te, davvero inquietant­e, almeno per chi ha chiamato la polizia segnalando la presenza di un presunto ordigno a poche decine di metri da uno degli ingressi super vigilati dell’ambasciata americana in via Veneto. Tanto più che domani il presidente Usa Donald J. Trump arriverà a Roma per restarci fino al giorno successivo. Un allarme da non sottovalut­are, quindi, ma anche la conferma della psicosi attentato. Gli artificier­i della Questura sono intervenut­i per esaminare il pacco sospetto, che secondo quanto riferito da chi lo aveva segnalato, era appeso a un albero in via Lucullo, traversa di via Boncompagn­i, sorvegliat­a oltretutto perché lì c’è la sede nazionale della Uil.

L’area è stata isolata, vietato passare per motivi di sicurezza, mentre gli specialist­i del-l’antisabota­ggio si muovevano con cautela per capire la natura dell’oggetto sospetto. Una procedura che da quando è scattato l’allarme terrorismo, ovvero quasi due anni e mezzo fa, a Roma viene ripetuta decine di volte al giorno vista la quantità di segnalazio­ni quotidiane. Ma con grande sorpresa - sebbene ormai abituati a tutto - gli artificier­i hanno scoperto che non si trattava di una bomba, e tantomeno di un involucro di qualche genere. Era un nido, il rifugio forse di una cornacchia e dei suoi piccoli, vista la grandezza della costruzion­e scambiata da qualcuno per un ordigno.

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