Teresa De Sio, Napule è folk rock per Pino Daniele
Teresa De Sio in concerto con l’omaggio al cantautore. «Ha reinventato la musica a Napoli»
Stava lavorando al nuovo disco, quando è morto Pino Daniele. E con lui è scomparso un mondo che era parte del mondo di Teresa De Sio: «Lasciandoci e poi ritrovandoci, come succede nella amicizie vere, non ci siamo mai persi di vista» ricorda. Stasera la cantautrice sarà all’Auditorium con «Teresa canta Pino», il live che fa seguito al disco in cui ha reso omaggio all’amico scomparso nel 2015. Il folk rock a rivestire canzoni fra le più amate, «O scarrafone», «Je so’ pazza», «Napule è». Precisa: «Nel mio stile, ma senza troppi stravolgimenti».
Racconta: «A Pino ho dedicato un inedito, O jammone, che in napoletano vuol dire il capo, il boss. È stato un apripista. Ha inventato e reinventato la musica a Napoli. La scaletta del concerto è doppia: a una prima parte dedicata a colui che ha rappresentato l’anima black di Napoli seguiranno le mie canzoni, da Vogl’ e turna’ a Aumm Aumm alle ultime Brigantessa e O Paraviso ‘n terra. La chiusura sarà una festa. Ritmi forsennati, folk rock elettrico. Si ballerà sulle sedie. Se ci sarà consentito» sorride.
Ricorda: «Quando ho conosciuto Pino Daniele lui era già famoso, aveva pubblicato Nero
a metà. Si divertiva a seguire come cambiava negli anni quella ragazzetta che ero. Per me scrisse Nanninella. La sua napoletanità affondava nel ge- nere afro-americano, io appartengo a un ambito folk rock. Ma siamo sempre rimasti legati. Negli ultimi anni mi ha invitato ai suoi concerti, il mio sguardo incrociava sempre il suo sorriso. Insieme ci siamo esibiti al Capodanno 2014- 2015 a Courmayeur. Sul mio omaggio c’è l’avallo del figlio e della famiglia. Ne vado fiera».
Loro due capisaldi della canzone napoletana: «I neomelodici non più al primo posto? Meno male...Adesso vedo svariati gruppi hip hop farsi avanti, e nuove sperimentazioni che funzionano abbastanza e non sono male. Che dire? In tutta Napoli c’è talmente tanta roba. Ogni quartiere ha la sua musica. Un posto senza rivali al mondo. Forse solo il Brasile. Io appena finito il liceo sono arrivata a Roma, ho una doppia anima. Roma e Napoli nel cuore! La Capitale, dove vivo, la amo di un amore incondizionato. Roma non si tocca. Degradata, sì, anch’io percepisco ciò che percepiscono tutti. Ma non è un problema solo nostro: diceva Toro Seduto “l’uomo bianco seppellirà sotto i propri rifiuti”. Nulla si conserva veramente».
Attiva su più fronti, anche quello letterario: sta per pubblicare il suo terzo romanzo («Scrivendo trovo una diversa via per la libertà» ha spiegato). Ricapitola: «Viaggio tanto, il tour è fitto di date. E ho pronti i brani per il nuovo disco. Stavo scrivendo quando si è profilato quell’altro progetto: così sentito, così urgente. Presto riprenderò da dove ho lasciato».
Teresa De Sio sarà accompagnata sul palco dell’Auditorium da Sasà Flauto alla direzione musicale e alle chitarre, H.E.R. al violino, Pasquale Angelini alla batteria, Francesco Santalucia alle tastiere, Vittorio Longobardi al basso, Claudio Giusti ai fiati.