Una cascata di luce per i Fori
Testa: immagino cosa potrebbero essere con una cascata di luce
Sulla collina del Palatino e dentro i Fori Imperiali sono passati nei secoli, anzi nei millenni, invasori di ogni tipo. Orde barbariche, eserciti stranieri, papi voraci di marmi, pecore e capre che vi brucavano indisturbate. E fortunatamente milioni di turisti.
Non sarà quindi la presenza di qualche migliaio di spettatori per un concerto né le strutture che li ospitano a sferrare il colpo mortale. Ma se ne può e se ne deve discutere. Come ha fatto ieri Carandini su Repubblica sollevando un tema che corre il rischio di venire oscurato da una polemica dai toni estremi. Cosa serve a quell’area per essere amata e inserita nella vita della città? Ciò che amiamo é quello che poi difendiamo e proteggiamo meglio. Consiglio una passeggiata notturna lungo i Fori. Un luogo spettrale, da percorrere in fretta e guardandosi le spalle. Immagino cosa potrebbe essere se una cascata di luce illuminasse le antiche rovine e ci venisse la voglia di sederci in un bel caffè per ammirarle. E magari qualche spettacolo arricchisse la nostra esperienza. Se si può dubitare che una megastruttura e un musical siano la scelta giusta per quell’area, se soprattutto, come ha scritto ieri Tocci, i benefici che se ne traggono sembrano inadeguati, forse è il caso di discutere seriamente. Discutere su come arricchire quell’area organizzando eventi adeguati che non facciano alzare il sopracciglio contro chiunque pensi che la sacralità delle rovine possa tranquillamente convivere con un po’ di cultura pop. Che magari cominci, cito ancora Carandini, dal riuscire a spiegare ai tanti turisti, soprattutto provenienti da altri continenti, come siano nate quelle meraviglie. O dobbiamo rassegnarci al fatto che ci pensi Ridley Scott? Fra l’altro, il suo film, Il gladiatore, è stato forse lo spot più potente sulla Roma antica degli ultimi decenni. Ma una visita oggi sul Palatino è un’esperienza monca e deludente. Un anno fa ci sono andato l’ultima volta. Alle 9.30 erano già finite le audioguide. Per il resto qualche cartello sparpagliato qua e là e niente che possa far immaginare come fossero la casa di Livia o le terme severiane. Un bel posto, molto verde. Una bella passeggiata e una bella vista. Noi che abbiamo fatto il liceo classico, forse, possiamo anche percepirne l’aurea, come la chiamano gli storici. La sensazione forte della storia racchiusa in quelle rovine. Ma mica tutti hanno fatto il classico. Se nel passato spettacoli come il Napoleon di Coppola o i concerti di Paul McCartney dentro e fuori il Colosseo hanno reso magici quei ruderi incredibili, perché non ripetere regolarmente quelle esperienze? Intanto, per favore, facciamo dei Fori Imperiali notturni, visto che si sono pedonalizzati, un luogo di ritrovo e d’incontro. Che giacciano morti nel buio della notte è uno spreco senza senso.