Divo Nerone parking (nel parco del Palatino)
C’ è l’invasione dei veicoli degli addetti al musical Divo Nerone che deturpa l’area vincolata, ma il teatro è semivuoto. Niente corsa ai biglietti: ieri sera a due ore dall’inizio dello spettacolo l’acquisto sul web mostrava tutto verde sia per la stessa serata, che per le altre fino al 10 settembre.
«Nell’estate 2017 Nerone infiammerà ancora Roma. A tempo di musica» è scritto sul sito dei biglietti. Ma più che fuoco, le vendite dell’opera rock al Palatino mostrano un buco nell’acqua. E se i tremila posti del teatro da riempire non sono pochi, la tendenza è però cambiata a quattro giorni dal pienone dell’anteprima. Dopo le polemiche sulla struttura che deturpa il Colle Palatino di fronte al Colosseo definita ecomostro e lo scandalo dei finanziamenti che la Regione ha elargito per sostenere il musical, adesso c’è anche il flop dei biglietti non venduti. Lo spettacolo che sarà in scena fino al 10 settembre è sottoposto a un’interrogazione in Regione presentata da Francesco Storace de La Destra: il presidente del Consiglio, Daniele Leodori, dovrà rispondere alla domanda sui benefici che trarranno l’amministrazione e i suoi contribuenti da un investimento, pari a 1.050.000 euro, attinto dal Fondo Venture Capital della Regione. E, inoltre, per quale ragione si è inteso sostenere un evento d’iniziativa privata con prevalenti risorse pubbliche. Il musical che è anche oggetto di critiche da parte di archeologi e storici dell’arte che accompagnano i turisti nelle visite notturne al Colosseo, da ieri mostra anche un’altra offesa al decoro. «L’entrata privata del giardino su via di San Gregorio è invasa da auto, camion e materiali edili» denuncia la consigliera del I Municipio, Nathalie Naim, documentando gli abusi con fotografie postate sui social: «È un segno di prepotenza come non se ne vedevano da tempo». La consigliera, che ha chiesto l’accesso agli atti per conoscere l’impatto acustico cui è sottoposta l’area tutelata dal vincolo archeologico e ambientale, ricorda la presenza nell’area di numerose chiese e monasteri abituati a un discreto silenzio.