UN ALTRO TUFFO È POSSIBILE
Quanto è bello lo sdegno quando non costa niente. Ieri abbiamo speso la nostra quota di indignazione commentando, corrucciati, le deviazioni della peggiore gioventù che si è permessa pensate - di “festeggiare” l’ultimo giorno di scuola facendosi il bagno nelle fontane di piazza Mazzini e di Villa Borghese. Stiamo parlando di fontane che sono abbandonate 364 giorni l’anno, oltre a ieri, e dove normalmente c’è chi si lava o fa il bucato nell’indifferenza generale. I nostri ragazzini invece non possono neanche toccarle. D’altronde la città è talmente ostile nei loro confronti che li accompagniamo a scuola dalla materna all’università, tanto per non lasciarli soli due minuti nel caos. Di giocare per strada non se ne parla, di aree destinate a loro tanto meno. Per fare una partita a calcetto devono mettersi in coda per prenotare un campo. Questa non è una città per ragazzi. Li detesta e li respinge. Almeno l’ultimo giorno di scuola lasciamoli in pace. Diamo loro il permesso ufficiale di fare il bagno in quelle fontane. Non in tutte, per carità. Insegniamo loro a stare lontani dalla Fontana dei Quattro Fiumi di Bernini a Piazza Navona. Magari spiegando loro cos’è quella fontana e perché è importante. Ma per il resto risparmiamogli il tono sconsolato con cui gli adulti commentano i loro «vandalismi», magari mentre stanno lasciando il vecchio frigorifero o un divano accanto al cassonetto. Maledicendo l’Ama, naturalmente, e Roma che è proprio sporca.