Casa delle donne: rassegna in cortile dalla parte di lei
Austen, Arendt & le altre: teatro, letteratura e cinema alla Casa delle donne
Era una femminista ante litteram o sapeva scrivere solo di frivoli balli e matrimoni? A duecento anni dalla sua morte, il dibattito su Jane Austen continua. Di certo, l’autrice di «Orgoglio e pregiudizio» ha nutrito l’adolescenza di milioni di donne con il sogno romantico del perfetto Mr. Darcy. Ma i suoi romanzi di formazione femminile ruotano attorno a eroine capaci di farsi rispettare e di fare scelte al tempo difficili. Proprio come la sua: non si sposò mai, nonostante i suoi scarsi mezzi quasi glielo imponessero.
È dedicata proprio ad Austen l’apertura della rassegna «La casa (s)piazza» nel cortile della Casa internazionale delle donne. Si intitola «La magnifica Jane» lo spettacolo diretto da Franza Di Rosa, che porta sul palco sette giovani dell’Accademia Silvio d’Amico. Intervengono Anna Maria Crispino (direttrice di Legendaria), la giornalista Alessandra Pigliaru, Liliana Rampello (che su Austen ha scritto il saggio «Sei romanzi perfetti») e Francesca Koch, presidente della Casa internazionale della Casa che dedicherà alla scrittrice britannica altre due serate in luglio.
La manifestazione prosegue con una serie di proiezioni, spettacoli teatrali, concerti e incontri dedicati a grandi figure di donne. Alla filosofa Hannah Arendt, per esempio, è dedicata la serata del 27 con il documentario «Vita Activa, the spirit of Hannah Arendt» (2015). La regista Ada Ushpiz è riuscita a comporre un ritratto della vita privata e intellettuale della Arendt, attraverso i luoghi dove ha vissuto, lavorato, amato, sofferto e scritto delle ferite aperte del suo tempo. La scienziata Margherita Hack, invece, verrà ricordata il 28 giugno con l’evento «Nove vite come i gatti».
Tanti gli argomenti affrontati di sera in sera. Si parla di donne migranti e di difficile integrazione, martedì 13, con tre proiezioni: «Io solo Li» di Andrea Segre, «Patience Patience» di Hajda Lahbib e il premiato «Die Fremde», il film del regista tedesco Feo Aladag che ha per protagonista Sibel Kekilli («La sposa tur- ca») nei panni di una donna musulmana in cerca di emancipazione e in lotta con la sua comunità. Di lavoro, invece, si parla giovedì 14 con il film «Ayanda and the Mechanic» di Sara Blecher che ha per protagonista una giovane sudafricana che decide di riaprire l’officina del padre. Lo sfruttamento e i diritti calpestati sono al centro di «Due euro l’ora» di Andrea D’Ambrosio che incontrerà il pubblico il 20 giugno.
Il giorno dopo arrivano le giovani cantautrici romane, mentre il 24 è la volta di «Le difettose», un monologo per sette personaggi e una sola attrice (Emanuela Grimalda) sul tema della maternità. È tratto infine dai «Monologhi della vagina» lo spettacolo ironico e dissacrante «In principio era là sotto» con Anastasia Astolfi.