Corriere della Sera (Roma)

Atac, il referendum per evitare il peggio

L’azienda di trasporto pubblico rischia il collasso: è ora di dare la parola ai cittadini

- Di Walter Tocci*

Il referendum promosso dal partito radicale sul trasporto pubblico consente ai cittadini di decidere sul problema più importante di Roma. Il monopolio Atac è ormai insostenib­ile per le finanze comunali ed è causa di malessere quotidiano della città.

Il ricorso alle gare europee è l’unico strumento che può abbassare i costi e quindi aumentare le percorrenz­e degli autobus e la qualità del servizio.

Come spesso accade nel nostro Paese, la discussion­e si è divisa tra favorevoli o contrari per motivi ideologici. È invece dirimente il modo: l’esito può essere molto positivo se le gare sviluppano l’interesse pubblico, così come molto negativo se si creasse un monopolio privato. È la differenza tra la liberalizz­azione e la privatizza­zione.

La liberalizz­azione richiede la separazion­e tra le funzioni di regolazion­e - la rete, gli standard, le tariffe e gli impianti - e le funzioni di produzione - la guida dei mezzi e la manutenzio­ne. Le prime costituisc­ono il valore sociale del servizio e devono rimanere sotto il controllo pubblico; le seconde invece sono attività industrial­i da migliorare mediante la concorrenz­a tra privati. Gli operatori che vincono i lotti delle gare, gradualmen­te uno per ogni deposito, devono fornire i servizi in base a costi, quantità e qualità definiti nei contratti, pena severe sanzioni da parte del Comune fino a eventuali rescission­i.

Icontratti garantisco­no inoltre il posto di lavoro degli autisti e degli operai, ma non dei dirigenti; per ricostruir­e il principio di organizzaz­ione oggi smarrito in Atac è necessario rinnovare il management.

Fondamenta­le è anche coinvolger­e le formidabil­i competenze degli utenti. In autobus rimango spesso ammirato dei discorsi dei passeggeri sui percorsi, le frequenze e perfino i turni del personale. A Parigi e Berlino si legge il giornale senza pensare ai turni, la competenza dei romani è cresciuta come risposta al malfunzion­amento. Forse ne faremmo volentieri a meno, ma visto che c’è, almeno metterla in comunicazi­one con l’azienda mediante le nuove tecnologie aiuterebbe il migliorame­nto del servizio.

La fine degli anni novanta vide a Roma la separazion­e tra regolazion­e e produzione, che furono destinate rispettiva­mente alle due nuove società Atac spa e Trambus. Per bloccare la liberalizz­azione fu successiva­mente ricostruit­a un’azienda unica, la quale tornò presto a essere un grande calderone utilizzato poi da Alemanno per gli sprechi di Parentopol­i. Il sindaco Marino ha conservato il monopolio e la sindaca Raggi lo ha sigillato, smentendo la promessa discontinu­ità.

Tuttavia, le leggi vigenti impongono nuove gare entro dicembre 2019. Addirittur­a scade l’anno prossimo il contratto già in gestione con i privati per la rete periferica. Il Comune si troverà presto con l’acqua alla gola: a causa della complessit­à e dei ritardi delle gare sarà costretto a prorogare i contratti per centinaia di milioni di euro, ma al tempo stesso non potrà farlo, perché il nuovo codice degli appalti vieta le proroghe immotivate. Si rischia il collasso, amministra­tivo oltre che finanziari­o, del servizio di trasporto pubblico. Se ciò sia frutto di inconsapev­olezza o di cinismo, non saprei dirlo con certezza. Di sicuro sono molte le lobby che puntano a creare una grave emergenza per giustifica­re la svendita delle azioni dell’Atac. In questo scenario non ci sarebbe più tempo per la liberalizz­azione, e l’unica soluzione disponibil­e sarebbe una privatizza­zione disperata, come in passato è accaduto spesso in Italia (si veda il caso dell’IRI). Al monopolio pubblico si sostituire­bbe un monopolio privato che prenderebb­e possesso anche delle funzioni pubbliche - reti, standard e tariffe - e imporrebbe le sue regole al Comune. Ai cittadini verrebbe erogato un servizio scadente, senza tutelare neppure i lavoratori.

Per evitare il peggio occorre dare la parola ai cittadini con il referendum.

Il management È necessario rinnovarlo per ricostruir­e il principio di organizzaz­ione Il referendum dare la parola ai cittadini è ormai indispensa­bile per evitare il peggio

 ??  ?? Walter Tocci
Walter Tocci

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy