A San Cosimato il ristorante scuola
Era «Rosticchio» a San Cosimato, nel cuore di Trastevere
Si chiamava «Rosticchio» a Trastevere, ora è affidato agli studenti.
Pizza, crocchette, ma anche piatti più elaborati, a parte quelli della cucina romana. «Da Rosticchio» si chiamerà «I carbonari» e sorgerà nello stesso palazzo dove è nato Alberto Sordi. Ma questa volta a gestire uno dei locali più famosi in via di San Cosimato saranno gli studenti dell’Istituto alberghiero di Tor Carbone, ai quali il ministero di Giustizia ha concesso la licenza commerciale e l’attività confiscata a un clan della ‘ndrangheta. «È la prima volta in Italia che una scuola ottiene un bene che era della malavita organizzata, e di questo siamo molto orgogliosi», racconta Riccardo Cocco, presidente del Consiglio d’istituto ma anche vicepresidente della Cooperativa Alfa 53 («Alfa per un nuovo inizio e 53 è il civico della scuola»), che avrà in gestione il locale.
«L’idea l’ha avuta la preside Cristina Tonelli durante un convegno sulla legalità all’Hotel Gianicolo, anch’esso sequestrato alle mafie e dato in gestione a un privato – spiega ancora Cocco -, “Rosticchio” era fermo da un anno e così abbiamo deciso di accettare la sfida per dare un futuro ai nostri ragazzi, un riferimento lavorativo per quando avranno finito gli studi». Il Tor Carbone – 1500 ragazzi, su tre plessi scolastici – è particolarmente attivo proprio nella promozione della legalità, ma anche del lavoro: gli studenti gestiscono già un bar interno al liceo Vivona all’Eur e presto anche al Russell al Tuscolano.
Pochi giorni fa Eugenio Albamonte, presidente dell’associazione nazionale magistrati, ha partecipato a un convegno a scuola con centinaia di ragazzi. Prima ancora c’erano stati gli incontri con i giudici Guglielmo Muntoni e Costantino De Robbio. «Vogliamo diminuire il gap che c’è fra studio e lavoro – prosegue Cocco -, cominciamo con un locale piccolo (40 metri quadrati, piatti da asporto, e nel seminterrato altri 200 metri quadrati per un laboratorio di cucina) per poi passare, speriamo, ad altri più grandi». Quattro ragazzi si alterneranno ogni settimana fra bancone e cucina, coordinati da un adulto già esperto nel settore. L’inaugurazione è in programma il 15 giugno prossimo, in onore proprio di Alberto Sordi – ci sarà anche Franco La Torre, figlio di Pio, politico e sindacalista siciliano ucciso dalla mafia nel 1982 - ma l’attività si è già messa in moto. La cooperativa paga un affitto ai proprietari delle mura – una famiglia storica di Trastevere, estranea e vittima della presenza della mafia quando aveva aperto il suo locale - mentre gli incassi «saranno reinvestiti sempre nella ristorazione e nel turismo».
Perché «I Carbonari»? «Perché si rifà a Tor Carbone, poi al primo piatto tipico romano e infine in ricordo dei protagonisti dei moti rivoluzionari visti adesso come paladini della legalità». I ragazzi sono entusiasti. «È una scuola con grande visibilità, anche internazionale, quest’anno abbiamo organizzato una quarantina di appuntamenti – dice Maurizio Borella, docente di enogastronomia e responsabile degli eventi -, con collegamenti con l’Ufficio scolastico regionale e il Miur con Rossella Schietroma, responsabile proprio della internazionalizzazione dei rapporti scolastici, e dal ministero di Giustizia».