Keita, tensione alle stelle tra Lazio e Juventus E Felipe sogna Manchester
Dire che non si amano è un eufemismo: semplicemente, si detestano. Da una parte la Lazio, dall’altra la Juve. Anzi, meglio: da una parte Lotito, dall’altra Agnelli e Marotta. Nemici su tutti i fronti, da anni e adesso ancor più di prima. Per questo è difficilissimo risolvere la querelle Keita, il quale vuole diventare bianconero a ogni costo mentre è stato ceduto al Milan assieme a Biglia.
Dovrebbero sedersi attorno a un tavolo, i protagonisti di questa vicenda, e cercare una soluzione economica che accontenti tutti, o che non scontenti nessuno. Impossibile: quel tavolo diventerebbe cenere entro breve. La contrapposizione fra Lotito e la Juve di Agnelli arriva dal passato, ma è tre anni fa che lo scontro ha superato i livelli di guardia anche a causa di una triste e infelice battuta del presidente della Lazio su Marotta. In questi mesi il conflitto è diventato globale: in Federcalcio la Juve ha sostenuto Tavecchio, arma preziosissima nella corsa alla rielezione, a patto che il presidente mollasse il suo (ex) sostenitore-protettore Lotito; in Lega i bianconeri guidano il partito delle grandi mentre il numero uno della Lazio è il leader delle medio-piccole.
La Juve, insomma, ha dichiarato guerra a Lotito, il quale ne ha sofferto tantissimo come dimostra la caparbietà con cui sta cercando di recuperare un posto all’interno del consiglio federale. L’ultimo capitolo della saga, fatta di ripicche e vendette, è appunto l’accordo tra Juve e Keita, con tanto di offerta al ribasso dei bianconeri alla Lazio (appena 15 milioni) e la minaccia latente, in caso di rifiuto, di aspettare un anno per prendere il senegalese a zero. La reazione di Lotito si annuncia altrettanto dura: un giorno ipotizza di denunciare la Juventus e il manager di Keita perché avrebbero portato avanti la trattativa in tempi non consentiti, un altro giorno pensa di spedire il senegalese per un anno in tribuna come fece nel 2009 con Pandev (che però a fine dicembre si svincolò a costo zero per decisione del collegio arbitrale, a gennaio firmò per l’Inter, a maggio conquistò il triplete in nerazzurro). Esiste una strada per sanare questi insanabili contrasti? Probabilmente no. Ma forse c’è un modo per definire l’operazione Keita: far sedere al famoso tavolo Igli Tare e Fabio Paratici, i due direttori sportivi. Loro, almeno, non si detestano.
Aspettando di risolvere il caso Keita, potrebbe profilarsi un problema con Felipe Anderson, il quale non smette di pensare al Manchester United: «È il sogno di tutti - ha confessato in Brasile - Ogni calciatore spera di crescere».