Tutta la forza dei sogni in un diario teatrale
Berdini racconta quarant’anni passati sul palcoscenico
«Queste pagine sono il racconto di un sogno e di un’esperienza che furano da più di quarant’anni». È questo l’incipit di «Trasparenze» (Editoria&Spettacolo) di Alessandro Berdini, regista teatrale che ha attraversato, e sta ancora percorrendo un lungo cammino nella storia del palcoscenico. Il libro raccoglie i suoi diari teatrali tra il 1972 e il 2016. «È un viaggio compiuto a tratti - spiega l’autore - che ho voluto concretizzare in un volume perché soprattutto per quanto riguarda gli anni ‘70 non esistono tante pubblicazioni e invece quel periodo è stato molto fecondo soprattutto a Roma».
Il titolo «Trasparenze» è dovuto a uno dei primi spettacoli di Berdini, quando dette vita alla sua prima compagnia Teatroinaria-StanzeLuminose con cui produsse un particolare percorso spettacolare iniziato con l’approfondimento delle origini mitiche. «Erano anni speciali, quelli - continua - e tutti noi eravamo personaggi particolari. Io non ho frequentato scuole o accademie: le mie prime palestre artistiche sono state il cinema di avanguardia e poi il teatro di strada, quello della sperimentazione viva, vissuta sulla propria pelle».
Ma Berdini oltreché regista è anche direttore dell’Atcl (circuito teatrale Lazio) che ha fondato nel 1981. «Ho sempre avuto la doppia veste di artista e organizzatore di teatro. Tra i contenitori più interessanti relativi all’innovazione che ho realizzato, «Scenario informazione» con spettacoli come «Concerto» con Marion D’amburgo; «Tavole della Torre» con Leo De Berardinis autore e protagonista di «Totò principe di Danimarca»; e «Scenari d’ascolto» con «Bar» di Spiro Scimone”. Il mio desiderio è di essere sempre attento ai nuovi processi teatrali, anche se viviamo in un Paese dove non esiste una legge specifica per il teatro e bisogna fare i conti con un sistema che non c’è».