COLORIAMO GLI ALBERI
Come in un gioco di specchi, l’immagine dell’albero morto che campeggia al centro della piazza del Maxxi si riflette, moltiplicandosi per mille, nei tronchi esanimi che sfilano per le vie di Roma Capitale. L’opera in alluminio di Ugo Rondinone sembra rappresentare, certo senza volerlo, lo stato della flora stradale romana. L’artista svizzero ha ricoperto di bianco lo scheletro di quello che sembra un ulivo, forse per donargli un’aura metafisica che accenda l’empatia con i visitatori del museo del Contemporaneo. Ecco una buona idea per trasformare tronchi rinsecchiti sparsi un po’ ovunque in altrettante opere artistiche. Dalla desolazione ad una gioiosa vivacità, colpi di pennello colorati tra le lamiere delle auto parcheggiate e il plumbeo asfalto delle strade. Giallo, verde, azzurro, rosso, viola, arancio, turchese: immaginiamo che festa. Solo in via degli Scipioni, in Prati, una tavolozza di 28 colori. Ma a largo Goldoni, ombelico del centro storico, l’albero stecchito di Giuseppe Penone suggerisce che si può fare di più. Perché non impiccare a coloratissimi rami di migliaia di ex piante disseminate nella toponomastica cittadina grosse pietre così come ha fatto il maestro dell’Arte Povera? Altro che William Kentridge sui muraglioni del Tevere: ne risulterebbe un’immensa «replica d’artista» diffusa per tutta la città. Strade, viali, piazze dove natura morta e natura viva si alternano in un ritmo senza fine. Ma il Servizio Giardini del Campidoglio saprà raccogliere la sfida della creatività?