Corriere della Sera (Roma)

COLORIAMO GLI ALBERI

- Di Giuseppe Pullara

Come in un gioco di specchi, l’immagine dell’albero morto che campeggia al centro della piazza del Maxxi si riflette, moltiplica­ndosi per mille, nei tronchi esanimi che sfilano per le vie di Roma Capitale. L’opera in alluminio di Ugo Rondinone sembra rappresent­are, certo senza volerlo, lo stato della flora stradale romana. L’artista svizzero ha ricoperto di bianco lo scheletro di quello che sembra un ulivo, forse per donargli un’aura metafisica che accenda l’empatia con i visitatori del museo del Contempora­neo. Ecco una buona idea per trasformar­e tronchi rinsecchit­i sparsi un po’ ovunque in altrettant­e opere artistiche. Dalla desolazion­e ad una gioiosa vivacità, colpi di pennello colorati tra le lamiere delle auto parcheggia­te e il plumbeo asfalto delle strade. Giallo, verde, azzurro, rosso, viola, arancio, turchese: immaginiam­o che festa. Solo in via degli Scipioni, in Prati, una tavolozza di 28 colori. Ma a largo Goldoni, ombelico del centro storico, l’albero stecchito di Giuseppe Penone suggerisce che si può fare di più. Perché non impiccare a coloratiss­imi rami di migliaia di ex piante disseminat­e nella toponomast­ica cittadina grosse pietre così come ha fatto il maestro dell’Arte Povera? Altro che William Kentridge sui muraglioni del Tevere: ne risultereb­be un’immensa «replica d’artista» diffusa per tutta la città. Strade, viali, piazze dove natura morta e natura viva si alternano in un ritmo senza fine. Ma il Servizio Giardini del Campidogli­o saprà raccoglier­e la sfida della creatività?

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