La classifica delle città smart: Roma è solo nona
Nonostante gli spazi, la densità di idee e i talenti, non è una notizia che in fatto di innovazione e trasformazione digitale, la Capitale sia rimasta indietro rispetto alle più tecnologiche Bologna, Milano e Torino, le città metropolitane più Smart d’Italia secondo il rapporto Smart Cities Index 2016 redatto ogni anno da EY e ISTAT.
Roma è al nono posto ed è il momento di confrontarsi con realtà smart di successo come Barcellona, vero laboratorio di innovazione diffusa e Hub di Industria 4.0. «Si può essere radicali e costruttivi insieme. Roma è un po’ vittima di un’innovazione radicale e di una protesta radicale che però distrugge tutto e non lascia niente mentre la sfida vera, per chi ha idee nuove, è costruire qualcosa». Questa l’opinione che la parlamentare Pd Maria Chiara Carrozza - scienziata e tecnologa - ha espresso in merito alla nostra città in occasione del Simposio dal titolo «Difondamentale gital Transformation: nuovi confini, crescita e sicurezza del Paese» tenutosi martedì presso la Sala della Scherma del Foro Italico e organizzato dall’azienda romana Elt Spa in collaborazione con The European House Ambrosetti. Un’occasione di riflessione sullo scenario internazionale - in termini di industria, difesa e sicurezza - e sull’urgenza di una rapida trasformazione digitale. «E’ universalmente dimostrato sottolinea Carrozza - che l’innovazione è talmente costosa e ad alto rischio che non può essere alla portata solo dei privati. È necessaria quindi una collaborazione pubblico-privato». Questo il senso dell’incontro di martedì, costruito dal manager Enzo Benigni (dal 1997 alla guida di Elt SpA, eccellenza industriale del nostro territorio) per invitare le Istituzioni presenti a ragionare su quanto l’onda del cambiamento digitale sia inarrestabile. «Siamo in ritardo ma sono ottimista che recupereremo il gap anche grazie a tutte quelle giovani realtà innovative che abbiamo - afferma il presidente -. La scelta di relatori così eterogenei è orientata a dimostrare l’ampiezza del fenomeno che abbiamo di fronte, la velocità già la conosciamo e il pericolo è proprio quello di non cogliere i tempi». Con questo obiettivo il ruolo della formazione di nuove competenze è e la creazione di lauree più specialistiche nell’ambito del Digitale è doverosa: la contaminazione tra privato e pubblico ricorre come dimostra la scelta di Paola Severino, dal 2016 Rettore dell’Università Luiss Guido Carli, di inserire nell’offerta didattica dell’ateneo romano una nuova Laurea Triennale in Digital Transformation, iniziativa nata proprio dall’incontro con Benigni di Elt. Intervenuti, tra gli altri, il Ministro della Difesa Roberta Pinotti, il Vice Segretario Generale della Difesa Gen. Nicolò Falsaperna, il Presidente della RAI, Monica Maggioni, Francesco Cuccia, Capo della Segreteria Tecnica del Ministero dello Sviluppo Economico e l’ex Premier Enrico Letta che commenta il nostro gap tecnologico con queste parole: «Dieci anni di crisi alle spalle e la dura austerità hanno determinato tagli nella Pubblica Amministrazione quindi meno risorse giovani, e digitalizzate, nella PA. Questo ha prodotto un invecchiamento del sistema. C’è bisogno di investimenti sia nazionali che europei, soprattutto in tema di giovani, ma se allo sforzo dei privati mancherà il “boost” (il potenziamento) dell’impegno pubblico non sarà sufficiente e purtroppo sul tema del pubblico siamo in ritardo».