Ira dei consumatori: abbassate le tariffe
Codacons: «È evidente che ridurre un servizio facendo pagare ai cittadini prezzo pieno è completamente illegittimo»
Allora tagliate le tariffe. È il Codacons a chiedere che gli amministratori di pensare anche alle conseguenze «più ovvie» per i consumatori, cioè alla necessità di sgravare dalle bollette i maggiori costi che gli utenti dovranno affrontare.
Allora tagliate le tariffe. È il Codacons, col suo presidente Carlo Rienzi, a chiedere che gli amministratori, in seguito all’ordinanza regionale che dispone la fine dei prelievi forzosi dal lago di Bracciano, pensino anche alle conseguenze «più ovvie» per i consumatori, cioè alla necessità di sgravare dalle bollette i maggiori costi che gli utenti dovranno affrontare.
Diverse centinaia di euro, è possibile, considerando quella fetta di popolazione che, quotidianamente, utilizza l’acqua comunale - e non quella in bottiglia - per tutti gli usi domestici.
«I cittadini romani che subiranno il razionamento dell’acqua deciso dalla regione Lazio dovranno godere di una riduzione proporzionale delle tariffe idriche - chiede allora il Codacons, che più volte è intervenuto sul caro-bolletta della Capitale e, più in generale, della Regione -. È evidente a tutti che ridurre un servizio facendo pagare ai cittadini tariffe piene è del tutto illegittimo: le famiglie romane già subiscono tariffe idriche tra le più elevate d’Italia a causa delle inefficienze e degli sprechi che si registrano nella rete di fornitura».
Uno degli ultimi studi di Cittadinanzattiva sul servizio idrico integrato, riferito al 2016, partendo dai dati dell’Osservatorio prezzi e tariffe metteva in effetti in evidenza le enormi falle nella gestione del servizio, su scala locale (Roma), e anche regionale. Un dato su tutti, il livello di dispersione, cioè la quota d’acqua che si perde tra la «fonte» e il rubinetto di casa: 44% a Roma, 65% a Latina, insomma in generale la media è del 60% e questo numero colloca di fatto il Lazio in cima alle Regioni più «sprecone» d’Italia. A proposito del caro-tariffa c’è però anche un altro dettaglio che fa riflettere: l’aumento dei costi negli anni. Se infatti è vero che, in termini assoluti, non spettano a Roma e al Lazio i primati di città e regione più care a livello nazionale, d’altro canto - sempre secondo questa ricerca di Cittadinanzattiva - proprio il Lazio è tra le regioni ad aver registrato tra i maggiori incrementi nel tempo: spesa media di 216 euro nel 2007 che salgono a 387 nel 2015, più 71,8% (rispetto, per esempio, al più 3,6% del Molise che nel 2015 si ferma ad una spesa media di 142 euro).
Quindi, indubbiamente, in prospettiva una delle tariffe più «pesanti» d’Italia. «E adesso, oltre il danno, la beffa del razionamento», continua il Codacons, che valuta anche azioni legali: «Sottoporre i consumatori ad un razionamento dell’acqua senza predisporre una riduzione dei costi a loro carico, suona come una beffa inaccettabile: stiamo valutando le possibili azioni legali da intraprendere a tutela degli utenti».
Intanto si chiede, sempre alla Regione, «di predisporre misure atte a garantire la fornitura di un servizio essenziale come l’acqua, anche attraverso autobotti nelle aree colpite dal razionamento».
Qui le famiglie sopportano già una pressione tra le alte d’Italia