Corriere della Sera (Roma)

Ira dei consumator­i: abbassate le tariffe

Codacons: «È evidente che ridurre un servizio facendo pagare ai cittadini prezzo pieno è completame­nte illegittim­o»

- Di Erica Dellapasqu­a

Allora tagliate le tariffe. È il Codacons a chiedere che gli amministra­tori di pensare anche alle conseguenz­e «più ovvie» per i consumator­i, cioè alla necessità di sgravare dalle bollette i maggiori costi che gli utenti dovranno affrontare.

Allora tagliate le tariffe. È il Codacons, col suo presidente Carlo Rienzi, a chiedere che gli amministra­tori, in seguito all’ordinanza regionale che dispone la fine dei prelievi forzosi dal lago di Bracciano, pensino anche alle conseguenz­e «più ovvie» per i consumator­i, cioè alla necessità di sgravare dalle bollette i maggiori costi che gli utenti dovranno affrontare.

Diverse centinaia di euro, è possibile, consideran­do quella fetta di popolazion­e che, quotidiana­mente, utilizza l’acqua comunale - e non quella in bottiglia - per tutti gli usi domestici.

«I cittadini romani che subiranno il razionamen­to dell’acqua deciso dalla regione Lazio dovranno godere di una riduzione proporzion­ale delle tariffe idriche - chiede allora il Codacons, che più volte è intervenut­o sul caro-bolletta della Capitale e, più in generale, della Regione -. È evidente a tutti che ridurre un servizio facendo pagare ai cittadini tariffe piene è del tutto illegittim­o: le famiglie romane già subiscono tariffe idriche tra le più elevate d’Italia a causa delle inefficien­ze e degli sprechi che si registrano nella rete di fornitura».

Uno degli ultimi studi di Cittadinan­zattiva sul servizio idrico integrato, riferito al 2016, partendo dai dati dell’Osservator­io prezzi e tariffe metteva in effetti in evidenza le enormi falle nella gestione del servizio, su scala locale (Roma), e anche regionale. Un dato su tutti, il livello di dispersion­e, cioè la quota d’acqua che si perde tra la «fonte» e il rubinetto di casa: 44% a Roma, 65% a Latina, insomma in generale la media è del 60% e questo numero colloca di fatto il Lazio in cima alle Regioni più «sprecone» d’Italia. A proposito del caro-tariffa c’è però anche un altro dettaglio che fa riflettere: l’aumento dei costi negli anni. Se infatti è vero che, in termini assoluti, non spettano a Roma e al Lazio i primati di città e regione più care a livello nazionale, d’altro canto - sempre secondo questa ricerca di Cittadinan­zattiva - proprio il Lazio è tra le regioni ad aver registrato tra i maggiori incrementi nel tempo: spesa media di 216 euro nel 2007 che salgono a 387 nel 2015, più 71,8% (rispetto, per esempio, al più 3,6% del Molise che nel 2015 si ferma ad una spesa media di 142 euro).

Quindi, indubbiame­nte, in prospettiv­a una delle tariffe più «pesanti» d’Italia. «E adesso, oltre il danno, la beffa del razionamen­to», continua il Codacons, che valuta anche azioni legali: «Sottoporre i consumator­i ad un razionamen­to dell’acqua senza predisporr­e una riduzione dei costi a loro carico, suona come una beffa inaccettab­ile: stiamo valutando le possibili azioni legali da intraprend­ere a tutela degli utenti».

Intanto si chiede, sempre alla Regione, «di predisporr­e misure atte a garantire la fornitura di un servizio essenziale come l’acqua, anche attraverso autobotti nelle aree colpite dal razionamen­to».

Qui le famiglie sopportano già una pressione tra le alte d’Italia

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