«Siamo indietro, è ora di risolvere il caso Keita»
Inzaghi: «Mi fido della mia Lazio, ma le altre si rafforzano»
Il tono è misurato: un’usanza di famiglia. Le parole appaiono leggere, ma il significato è tagliente e scalfisce la Lazio. Su Keita e il caos che lo accompagna, Inzaghi dice: «Lo avete visto tutti, ha lavorato molto bene, non si è mai fermato a parte un problemino alla vigilia della seconda amichevole. Poi sono venute fuori tutte le voci di mercato e nella partita con la Triestina ho preferito tenerlo fuori (il tecnico si assume così la responsabilità della scelta che il calciatore, via Twitter, ha invece attribuito alla società; ndr). Ma è un caso che va risolto al più presto, per il bene di tutti: del ragazzo, nostro e dei tifosi. Bisogna capire se possiamo contare su di lui, è stato preziosissimo nella stagione passata».
Quando l’allenatore pronuncia queste parole mancano pochi minuti all’amichevole che chiude il ritiro, il confronto con la Spal neopromossa in A. Finirà 2-0: Immobile sblocca il risultato nel primo tempo, Di Gennaro debutta, Keita (entrato nella ripresa) raddoppia su rigore allo scadere. Sembra tranquillo, lui. La situazione, però, è complicata, perché la posizione di Lotito è all’apparenza intransigente («Lo vendo solo per 30 milioni») e i club che il senegalese è pronto ad accettare nemmeno avvicinano una cifra del genere: la Juve è ferma a 15 scarsi, l’Inter sfiora i 20 e sempre in modo informale.
Il messaggio di Inzaghi è chiaro e comprensibile: questa faccenda va sistemata presto, anzi prestissimo. La querelle Keita-Lotito alimenta tensioni dannose al gruppo e il tecnico ha il timore che l’attaccante venga ceduto quando sarà quasi impossibile rimpiazzarlo in modo adeguato.
«Se resta, comunque, può essere impiegato: non ho preclusioni, lo ha detto il presidente». Simone stravede per questo giocatore che la scorsa estate ha faticosamente e pazientemente recuperato, perciò sogna che rimanga alla Lazio; se deve partire, però, è necessario che lo faccia subito. Anche perché le concorrenti comprano.
Di nuovo Inzaghi: «Le altre squadre si stanno rafforzando tantissimo e stanno spendendo tantissimo. Io sono contento dei tre nuovi arrivati, si tratta di scelte che ho condiviso con la società, ma dobbiamo ancora fare qualcosa: in questo momento non siamo da primi posti, siamo in ritardo. Con il lavoro sul campo e con qualche intervento della società possiamo risalire».
Un grido d’allarme in piena regola: la Lazio che sta nascendo non è affatto completa. «Ma è meglio non far uscire i nomi di chi ci interessa. Avevo parlato con Borini, era praticamente nostro e invece è saltato tutto». È l’indicazione finale: agire in silenzio. Ma, soprattutto, agire in fretta.