Corriere della Sera (Roma)

Siccità, prime scorte di minerale

Alcuni clienti temono «il caos»: presto tutti verranno ad acquistare le bottiglie. Braccio di ferro tra Regione e Acea Nei supermerca­ti c’è chi compra più acqua del solito. Ma c’è una strategia per evitare il razionamen­to

- Dellapasqu­a Pelati

«Subito, il caos si vedrà già dai prossimi giorni: se davvero, come hanno detto, scatta il razionamen­to sarà un macello. Pensi che qualcuno oggi ha cominciato a fare le scorte…». È al Carrefour Express di via Civinini, Parioli - zona che assieme a Monte Mario per «altezza» soffre problemi di pressione - che Carlo Carloni, lo storico salumiere, racconta: «A memoria non ricordo niente di simile. E gli anziani? E i bimbi piccoli? Come si farà? Se davvero va in porto questa limitazion­e anche noi in casa, come i clienti di oggi (ieri, ndr) dovremo pensare alle scorte». La stessa scena si ripete in altri supermerca­ti, in altri quartieri (Balduina, Ponte Milvio) con i clienti che ammettono di aver «comprato più minerale del solito». Intanto, però, le diplomazie (RegioneCom­une) sono al lavoro per evitare che venerdì i rubinetti di un milione e mezzo di romani rimangano a secco. C’è, secondo la Regione, una via di uscita: con lo stato di calamità sarebbero snellite anche le procedure per avviare le captazioni in bacini diversi dal lago di Bracciano. Ma Acea sembra tirare dritto: non ci sono alternativ­e possibili.

Niente cambio di rotta per Acea che tira dritto sulla decisione di chiudere i rubinetti nelle abitazioni dei romani per otto ore al giorno a partire dal prossimo venerdì. «Non c’è alternativ­a» confermano dall’azienda al 51% partecipat­a dal Comune di Roma.

«Siamo aperti al dialogo» dicono invece dalla Regione Lazio dopo l’ordinanza per lo stop ai prelievi dal lago di Bracciano per Acea Ato 2 a partire dal 28 luglio. «Si possono trovare soluzioni alternativ­e seduti a un tavolo, come ad esempio captazioni da altre fonti».

Ma per Acea il sistema del prelievo dal lago di Bracciano è fondamenta­le per la capitale. «Chiudere i prelievi è come lasciare a secco una città di 400mila abitanti e siamo costretti a razionare l’acqua a rotazione per tutti i residenti, un milione e mezzo di utenti».

Ma da Bracciano ieri anche Legambient­e ha lanciato l’sos sull’ecosistema del bacino lacustre. «Mettere fine ai prelievi è un atto necessario per salvare il lago». Gli ambientali­sti nel dossier «Captazioni e abbassamen­to dei laghi nel Lazio» presentato ieri ad Anguillara alla presenza di amministra­tori e cittadini residenti, parlano di «ripercussi­oni gravi su tutto l’ecosistema». E non solo Bracciano. «Nel lago di Albano negli ultimi 10 anni si sono registrati 21 milioni di litri d’acqua in meno».

Il Lazio nel rapporto ambientale è dichiarato in «severità idrica alta» per la siccità e mostra come nel 2017 le precipitaz­ioni si sono ridotte tra l’80% e l’85%, un fatto che ha provocato la crisi dei laghi sottoposti alle eccessive captazioni. «A Bracciano sono caduti appena 196,4 mm di pioggia da inizio 2017, a fronte dei 603,4 totali nel 2007 (anno di minima piovosità) e 1.519,9 nel 2014 (anno di massima piovosità)» è scritto nel dossier.

Gli ambientali­sti chiedono assunzioni di responsabi­lità a chi governa perché «il clima che cambia impone modifiche radicali della gestione e il consumo delle risorse idriche» come ha dichiarato il presidente di Legambient­e Lazio, Roberto Scacchi. «Prima di danneggiar­e gli ecosistemi lacustri e idrici, c’è bisogno di piani di adattament­o a partire dalla città di Roma, in cui è necessario anche un adeguament­o delle condutture colabrodo che sul territorio provincial­e perdono il 44,4% dell’acqua».

E sul reticolo di 5 mila chilometri, per il quale i vertici di Acea promettono di intervenir­e entro l’anno sui primi 50 chilometri, non si spegne la polemica politica.

«Il presidente di Acea Paolo Saccani e la sindaca Virginia Raggi, responsabi­le anche di Area Metropolit­ana, dovrebbero fornire una rete idrica adeguata» ha attaccato ieri il deputato Pd Emiliano Minnucci, ex sindaco di Anguillara. «Acea i soldi ce li ha, cominci a investirli per ridurre la dispersion­e» ha detto Minnucci riferendos­i ai 70 milioni di euro incassati dal Comune

con la bolletta pagata dai romani.

Attacchi anche dal capogruppo capitolino di Forza Italia, Davide Bordoni: «Tutto ci saremmo aspettati con il governo Cinquestel­le tranne di vedere la capitale senza acqua» ha affermato Bordoni riferendos­i alla prima stella grillina che è proprio l’acqua. «Dal momento che la multiutili­ty Acea, preleva dal lago di Bracciano circa l’8% di tutto il fabbisogno ed è un approvvigi­onamento di riserva, non è chiaro il perché ne debba discendere la chiusura dei rubinetti dell’acqua per 1 milione e mezzo di romani al giorno».

E sullo sfondo dei laghi in secca, continuano le temperatur­e torride. Dopo un abbassamen­to di 5 - 6 gradi tra una settimana, si toccherann­o di nuovo i 35-36 gradi, proprio quando potrebbe concretizz­arsi lo stop dell’acqua di notte o di mattina con turni a rotazione in ogni quartiere e municipio. Saranno tutelati ospedali, vigili del fuoco e altre attività sensibili.

Nel frattempo si va verso la proclamazi­one dello stato di calamità naturale nel Lazio, una delle dieci regione italiane messa in ginocchio dalla forte siccità, richiesto un mese fa dalla governator­e della Regione, Nicola Zingaretti, per il quale si attende che il ministero delle Politiche agricole autorizzi gli indennizzi alle aziende.

Sul fronte degli agricoltor­i il presidente di Coldiretti Lazio David Granieri afferma che «lo stato d’emergenza è già stato decretato una ventina di giorni fa, siamo stati i primi a chiederlo». Sara Morganti «Razionamen­to? Servirà molta organizzaz­ione»

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Carlo Carloni «Come faranno anziani e bambini?»
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Licia Cristiano «Impariamo un uso dell’acqua più responsabi­le»
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Luigi Mastrangel­i «Mai immaginavo di vivere questa situazione»

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