San Filippo Neri, le domeniche dei ladri
I parenti dei malati inseguono (invano) un malvivente. La vigilanza? Arriva dopo
Niente presidio fisso di forze dell’ordine. Perché? Perché è domenica, viene spiegato. E dunque i ladri – che lo sanno bene – possono delinquere indisturbati. Basta non farlo dal lunedì al sabato, prediligendo i festivi. Fantascienza? No. Succede. E non in un posto qualsiasi, bensì in uno dei più importanti ospedali pubblici, il San Filippo Neri (Sistema sanitario regionale, Asl Roma 1). Ladri liberi di aprire i cassetti dei malati mentre sonnecchiano, alla ricerca di telefoni e soldi. Di mira, anche questo pare sia noto, in particolare i reparti di ortopedia e cardiologia, con i pazienti quasi sempre impossibilitati, a inseguire i malviventi. E non è tutto. Perché se un balordo viene colto in flagrante e qualche parente urla «al ladro» – come accaduto ieri verso le 13.30 al terzo piano dell’ospedale – non succede nulla. Anzi sì, succede questo: che alcuni visitatori, tra cui chi scrive, si lancino d’istinto all’inseguimento del ladro urlando a squarciagola «polizia», «vigilanza» e tentando, se non di bloccarlo, almeno di ostacolarne la fuga (mentre quello minaccia: «Sono sieropositivo, non vi azzardate a toccarmi»). Ci si riesce e per ben venti minuti, su tre piani di ospedale più scale, atrio e cortile, sempre urlando «vigilanza». Che arriverà, sì, a ladro dileguato. Una pattuglia mobile e uomo di guardia all’esterno, preoccupandosi non del ladro, ma del giornalista: «Lei non può fare foto, solo se autorizzate. C’è la privacy».