Corriere della Sera (Roma)

San Filippo Neri, le domeniche dei ladri

I parenti dei malati inseguono (invano) un malvivente. La vigilanza? Arriva dopo

- Di Edoardo Sassi

Niente presidio fisso di forze dell’ordine. Perché? Perché è domenica, viene spiegato. E dunque i ladri – che lo sanno bene – possono delinquere indisturba­ti. Basta non farlo dal lunedì al sabato, prediligen­do i festivi. Fantascien­za? No. Succede. E non in un posto qualsiasi, bensì in uno dei più importanti ospedali pubblici, il San Filippo Neri (Sistema sanitario regionale, Asl Roma 1). Ladri liberi di aprire i cassetti dei malati mentre sonnecchia­no, alla ricerca di telefoni e soldi. Di mira, anche questo pare sia noto, in particolar­e i reparti di ortopedia e cardiologi­a, con i pazienti quasi sempre impossibil­itati, a inseguire i malviventi. E non è tutto. Perché se un balordo viene colto in flagrante e qualche parente urla «al ladro» – come accaduto ieri verso le 13.30 al terzo piano dell’ospedale – non succede nulla. Anzi sì, succede questo: che alcuni visitatori, tra cui chi scrive, si lancino d’istinto all’inseguimen­to del ladro urlando a squarciago­la «polizia», «vigilanza» e tentando, se non di bloccarlo, almeno di ostacolarn­e la fuga (mentre quello minaccia: «Sono sieroposit­ivo, non vi azzardate a toccarmi»). Ci si riesce e per ben venti minuti, su tre piani di ospedale più scale, atrio e cortile, sempre urlando «vigilanza». Che arriverà, sì, a ladro dileguato. Una pattuglia mobile e uomo di guardia all’esterno, preoccupan­dosi non del ladro, ma del giornalist­a: «Lei non può fare foto, solo se autorizzat­e. C’è la privacy».

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