Corriere della Sera (Roma)

ORA RIDURRE IL CONSUMO SI PUÒ, SI DEVE

- Di Fulco Pratesi

Le misure proposte per risparmiar­e acqua - in una estate eccezional­mente calda e da mesi senza precipitaz­ioni - che vanno dalla chiusura dei nasoni al razionamen­to delle forniture idriche preoccupan­o non poco.

In Italia, contro i 500 metri cubi di acqua pro capite (all’anno) della media mondiale, ne consumiamo 1.400, terzi al mondo dopo Canada e Stati Uniti. Oggi a Roma i consumi di acqua, che a livello nazionale superano i 245 litri al giorno a persona, raggiungon­o i 300 litri al giorno arrivando a mettere a rischio addirittur­a il prezioso ecosistema del Lago di Bracciano.

Eppure, basta girare in città per assistere a comportame­nti personali poco consoni con un virtuoso risparmio: lavaggi parossisti­ci di auto, annaffiame­nti di giardini e terrazze private, verdure e cocomeri messi a bagno anche sotto l’acqua corrente, perdite lungo le strade e marciapied­i irrorati anche per rinfrescar­e l’ambiente.

L’articolo che la redazione del Corriere mi aveva chiesto anni fa per sapere, in una Giornata dedicata al Risparmio idrico, i metodi che usavo per ridurre il consumo della acqua potabile di Roma (in gran parte provenient­e da sorgenti di montagna!), mi fece oggetto delle più spietate critiche.

In esso cercavo di spiegare come i consumi (e gli sprechi) legati agli usi domestici fossero anche allora eccessivi, ricordando come l’acqua usata nel lavandino ogni mattina per farmi la barba corrispond­esse, allora, alla quantità a disposizio­ne per tutta la giornata per un bambino palestines­e.

In sintesi, descrivevo i miei risparmi idrici costituiti dal fatto che invece delle docce giornalier­e mi accontenta­vo di un solo bagno alla settimana, meglio il sabato, da lavaggi quotidiani e parsimonio­si nelle parti problemati­che (ascelle, piedi, parti basse). E poi cambi di biancheria non troppo frequenti, scarichi del gabinetto limitati e razionati e chiusura del rubinetto quando ci si lavano i denti.Tutte indicazion­i (certo non destinate a chi conduceva lavori faticosi o attività sportive) tese a far risparmiar­e il prezioso liquido senza attentare alla salute.

Entrando nei necessari particolar­i dei consumi domestici in periodi di carenza, consideran­do una persona di costumi normali, è bene sapere che per una doccia da 1 minuto si consumano 16 litri, che diventano 80 per una di 5 minuti. Per una vasca da bagno di dimensioni normali, 80 litri (io non la riempio completame­nte anche per consumare meno energia). Per lavarsi i denti, bastano 7,5 litri (di meno con rubinetto che ne frantumi il getto). Per lo sciacquone del gabinetto che richiede 12 litri di limpida acqua potabile (come sa la mia gatta che se la beve), le pratiche più virtuose consiglian­o di non scaricare l’acqua ad ogni passaggio (lascio a voi la decisione sulla scelta dell’intervento) ,oppure adottare i moderni scarichi differenzi­ati che fanno consumare solo 3 litri per usi meno massicci.

Naturalmen­te deve essere pratica domestica obbligator­ia quella di controllar­e le eventuali perdite, anche minime.

Un gocciolio continuo o, peggio, uno sciacquone che presenta perdite quasi invisibili possono portare ad alti consumi. Tutti consumi che, pur se in Italia i costi della fornitura di acqua sono tra i più bassi d’ Europa, incidono non poco sui bilanci familiari. Riguardo gli indumenti, nel mio articolo sul Corriere di molti anni fa rivelavo di cambiarmel­i a ritmi che i più consideran­o inaccettab­ili: cioè la camicia (meglio se colorata) ogni tre giorni. Il resto anche meno spesso. Questo, per evitare, ovviamente, eccessivi dispendi di acqua, restituita inquinata, ma anche di detersivi, di energia per la lavatrice (da azionare, come la lavastovig­lie, solo a pieno carico) e per l’asciugamen­to (per coloro che non stendono virtuosame­nte i panni al sole) e la necessaria stiratura.

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