La «bravata» dei giovani romani in gita: fuoco alla pineta di Montalto
Quattro ragazzi nel viterbese: solo un gioco. L’ipotesi di un mandante
Quattro giovanissimi romani sono stati arrestati ieri dai carabinieri di Montalto di Castro (Viterbo) per aver tentato di appiccare un incendio in una pineta che costeggia la provinciale Litoranea. I ragazzi, un maggiorenne di 21 anni e tre sedicenni, alloggiati in un campeggio, stavano accendendo un terzo focolaio dopo averne innescati due nelle vicinanze. I cittadini hanno notato il fumo e avvertito vigili del fuoco e carabinieri. Il fuoco ha comunque percorso circa 250 metri quadrati prima di essere domato. I ragazzi hanno ammesso la loro colpevolezza, giustificando il gesto come «una bravata».
Dare fuoco alla pineta di Montalto di Castro accendendo sterpaglie in ogni angolo del parco. Un disastro pianificato (per gioco?) da quattro romani in campeggio a Viterbo, fermati sabato notte dai carabinieri, mentre stavano appiccando le fiamme in alcuni punti strategici dell’area protetta.
L’intervento dei vigili del fuoco e dalla Protezione civile locale è servito a salvare la macchia verde, che comunque ha riportato danni. Un’area di circa 250 metri quadrati è diventata cenere, completamente desertificata. E solo la prontezza delle forze dell’ordine ha scongiurato il rischio che la giornata si trasformasse nella cronaca dell’ennesimo disastro ambientale. La Litoranea è rimasta chiusa al traffico per ore.
Nel pomeriggio di due giorni fa, il gruppetto, composto da tre minorenni denunciati e un maggiorenne arrestato con l’accusa d’incendio doloso, era stato avvistato dai residenti, allarmati dal comportamento sospetto dei giovani. I militari li hanno bloccati mentre le fiamme divampavano. Pochi minuti prima, un signore aveva provato ad avvicinarsi ai ragazzi per chiedere cosa stessero facendo vicino a cerri e pini con i fiammiferi, ricevendo come risposta un eloquente: «Fatti i fatti tuoi».
Frase cui è seguito il tentativo brusco del più grande di allontanare la persona con minacce e spintoni. Erano tre i focolai già accesi.
«E’ stata una bravata, ci scusiamo», si è giustificato uno dei quattro giovani. Parole che hanno lasciato sorpresi i carabinieri per la loro banalità, considerando quanto successo nell’ultima settimana nella pineta di Castel Fusano, quasi distrutta dagli incendi. Le indagini condotte dalla Procura di Roma sono tese a verificare se il gruppo abbia ricevuto l’input da un mandante. La scusa della «bravata» appare infatti un tentativo di depistaggio.
La difesa «Scusate, è stata una bravata»