Lazio, aprono al pubblico dimore e castelli
Il presidente Francesco Sforza: molto turismo asiatico
Ville, palazzi, castelli del Lazio sempre più si attrezzano per accogliere i turisti: percorsi che uniscono la cultura all’enogastronomia e che permettono di far ammirare testori una volta destinati a pochi. L’iniziativa lanciata dall’Asdi, l’associazione Dimore Storiche Italiane.
Aprono i loro portoni le dimore storiche del Lazio. Ville, palazzi, castelli che sempre più si attrezzano ad accogliere i turisti, con una serie di percorsi territoriali dove alla cultura si può unire anche l’enogastronomia. E si ammirano così capolavori un tempo riservati a pochi; si conoscono storie e tradizioni molte volte dimenticate. Un progetto al quale si sta dedicando Francesco Sforza, l’attuale presidente dell’Adsi (Associazione Dimore Storiche Italiane) di Roma e del Lazio. «L’Adsi - spiega che nel Lazio è molto “romanocentrica” ha deciso di dare un segnale forte creando una sorta di “rete” fra i soci dei diversi territori della regione, per far sì che queste dimore possano diventare un polo di attrazione nei centri minori, per portarvi un turismo interessato alle tradizioni culturali dei borghi. Oppure un crescente turismo straniero che vi arriva attraverso i “cammini”, come la Francigena, oppure lungo le vecchie vie romane».
Da anni si parla di come poter visitare questi meravigliosi edifici privati che ormai si aprono sempre di più al pubblico, spesso con eventi: e le prove l’Adsi le ha già fatte recentemente con le «Giornate Farnesiane» nel Viterbese, con visite a palazzi pubblici e privati realizzando una piccola pubblica pubblicazione, oppure le «Giornate della promozione dell’Alta Tuscia», dove si sono coinvolte le realtà produttive locali. «Questo tipo di iniziative - racconta Francesco Sforza- si sono ispirate a quanto già avviene in altre zone d’Europa e del nord Italia. Il caso di maggior successo, ad esempio, è la rete dei castelli della Loira in Francia che ha diverso milioni di visitatori ogni anno. Oppure i Castelli del ducato Parma e Piacenza, associazione mista di proprietari privati e pubblici che fa un ottimo lavoro di promozione del territorio», con 24 castelli, 14 alloggi tra le Antiche Mura, manieri e luoghi d’arte.
La grande ricchezza del Lazio, invece, sembra ancora poco conosciuta, misteriosa o nascosta. Adesso «questo è quanto l’ Associazione delle dimore storiche vuole replicare nel Lazio - aggiunge il presidente - per cui con la Regione, attraverso una legge speciale approvata nel 2015 ma che è ancora in fase di attuazione, si vuole creare una rete con delle “macro aree territoriali”, dai Castelli Romani, ai Prenestini; le visite a Palestrina e Paliano, oppure i percorsi della Tuscia (Vignanello - Vasanello - Bolsena), Bracciano o i Castelli del litorale, dove il visitatore può passare o una giornata o un fine settimana, visitare i luoghi storici, conoscere le tradizioni del luogo e le eccellenze enogastronomiche. Ipotizziamo anche delle collaborazioni con le associazioni di promozione dei prodotti territoriali tipo “slow food”. Tutto ciò - spiega - sia per aiutare le economie dei micro- territori, sia per dare un nuovo impulso anche a queste dimore che possono così avere dei minimi mezzi per sostenersi invece di cadere in rovina».
Ville e palazzi prestigiosi e di grande fascino, che però hanno molte volte bisogno di grandi lavori di manutenzione. E difficili per il fatto che sono edifici quasi tutti vincolati. Oggi i proprietari spesso le affittano per qualche evento, in modo da avere i fondi per la manutenzione ordinaria, ma gli interventi strutturali o di restauro hanno bisogno di risorse in più. Questa «rete» di visite potrebbe essere una nuova via? «La “rete” è sicuramente un modo per promuovere il territorio - risponde Francesco Sforza -. Ma quest’attività fatta dall’Associazione è forse l’elemento più puro nella descrizione della spina dorsale e culturale del Paese: il museo mostra gli oggetti; la dimora storica è elemento vivente di continuità con il passato. Questo molte culture non l’hanno e quindi c’è una grande curiosità per conoscerle e visitarle. E del resto tutto si è democratizzato: il proprietario è diventato come un custode del museo, solo che il museo è privato». E a Roma? «Tutte le dimore che hanno ancora i piani nobili fanno spesso attività ricettiva e vengono utilizzate per eventi. Sempre di più o palazzi si aprono e fanno vedere degli ambienti privati. Su questo c’è grande curiosità soprattutto da parte dei turisti asiatici».
I castelli della Loira Abbiamo deciso di dare un segnale, sull’esempio di ciò che si fa in Francia